Nella lista delle 52 località da visitare assolutamente al mondo secondo il prestigioso quotidiano americano New York Times compare anche quel piccolo gioiello che è Chioggia
Come in passato il New York Times pubblica la lista dei 52 luoghi del pianeta da visitare nell’anno appena cominciato e ad essere incoronata questa volta è Chioggia – in Italia assieme a Courmayeur e Napoli – inclusa nella lista che comprende mete remote e altre dietro l’angolo per i newyorchesi: tra queste Queens, il sobborgo oltre l’East River con i suoi ristoranti etnici che “mettono il mondo sul piatto al prezzo di un biglietto della metropolitana”. La chiave delle scelte è il turismo sostenibile in cui anche “i visitatori possono fare una differenza”, spiega il quotidiano presentando la nuova hit parade di “destinazioni di viaggio per un mondo cambiato”.
“Deliziosa alternativa per un viaggiatore alla ricerca di destinazioni meno note”
Chioggia viene definita una “Venezia in miniatura” in realtà più antica della Serenissima, viene proposta come “deliziosa alternativa per un viaggiatore alla ricerca di destinazioni meno note”, scrive il quotidiano. Il New York Times osserva che, mentre Venezia si preoccupa di venire nuovamente sopraffatta dal turismo di massa dopo la fine della pandemia, la visita ad altri luoghi della Laguna ricchi di cultura come Chioggia “può contribuire ad allentare la pressione”. Una “valvola di scarico dunque per gli eccessi del turismo”, dunque.
La sua “forma urbis”, ovvero la struttura della città, ha sempre incuriosito studiosi, viaggiatori e scrittori
Divisa dal mare da una lunga striscia di arenile, il lido di Sottomarina, che va dalla bocca di porto di San Felice alla foce del Brenta. La sua “forma urbis”, ovvero la struttura della città, ha sempre incuriosito studiosi, viaggiatori e scrittori, al punto da considerarla un esempio classico e citatissimo di pianta urbana, sintesi incomparabile di morfologia naturale e di funzionalità rispetto al mestiere tipico, la pesca. Le linee verticali della piazza e dei canali si intersecano con quelle orizzontali delle calli scandite con regolarità e in un ordine quasi perfetto a formare la classica “spina di pesce”. E’ un isola artificiale: da quando, alla metà del 1500, fu scavato il canale della Cava per ragioni di sicurezza militare della Repubblica Serenissima, del cui dogado risultava essere la seconda città. Dalla metà del 1700 ha ritrovato la sua naturale continuità con la terraferma attraverso un antico ponte a 43 arcate, oggi ristrutturato e reso conforme alle moderne esigenze della mobilità, un luogo da cui è possibile ammirare straordinari tramonti di fuoco in laguna.
Curzio Malaparte la definì un unico “gran caffè” all’aperto
Il “Corso del Popolo” attraversa il centro storico di Chioggia da nord a sud. E’ il vero cuore della città. Ha una doppia entrata: dall’acqua al molo di Vigo, dove si eleva il maestoso ponte istoriato, vero balcone sulla laguna, e da terra attraverso la porta di Santa Maria, residuo di antiche mura medioevali. Una piazza-strada maestosa e “vissuta”, che misura 840 metri in lunghezza. Costituisce il cardo maximus del castrum romano. Una delle più vistose particolarità è costituita dalla serie continua dei portici sul lato di ponente. Nel tratto più settentrionale il tracciato si curva di circa cinque gradi, quel che basta per spezzare le raffiche dirette della bora. Curzio Malaparte la definì un unico “gran caffè” all’aperto. Luogo di animazione e socialità dà l’impressione che ogni giorno sia festa. Abbastanza da impressionare anche gli americani.

