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Castelbrando, la storia antica e preziosa di un luogo prezioso

Da castrum a dimora nobiliare, dai salesiani ai conti, ai matrimoni da favola, la storia di Castelbrando è ricca di stravolgimenti e sorprese

A Cismon di Valmarino, in provincia di Treviso sorge Castelbrando, che nel medioevo era conosciuto come Castello della Costa. Uno splendido castello situato proprio alle pendici del monte Castello. Da lì, può dominare indisturbato i borghi sottostanti: Valmareno e Cismon.

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Il nome attuale del castello, Castelbrando, appunto, è legata alla nobile famiglia dei Brandolini, originari di Forlì, furono a lungo i signori del castello tanto da lasciare un’impronta indelebile nell’architettura e nella storia del maniero… oltre che nel nome.

Un luogo perfetto per dominare la valle, conteso tra signorotti in lotta per il controllo del territorio

Castelbardo sorge su una rocca molto antica, risalente addirittura al paleoveneto ma già molto frequentata durante tutta l’epoca romana, ostrogota e longobarda. A quell’epoca la popolazione cercava rifugio sulle alture dal fondovalle acquitrinoso. Nel medioevo, poi, venne costruito il castrum, vera origine del maniero odierno, intorno al X secolo.

Da allora si succedettero le vicissitudini del castello: Nell’962 Ottone I concede il feudo al vescodo di Caneda, che lo divise tra vari vassalli. In seguito, nel 1154 fu parte della dote che Sofia di Colfosco, portò al marito Guellcone III da Camino, i cui discendenti lo tenenero fino al 1335.

Lo splendore di Castelbrando durante la dominazione della Serenissima fino al centro convegni dei giorni nostri

Nei secoli che seguirono, il castello fu al centro di una feroce disputa tra signorotti locali, mediate però dall’intervento della Serenissima, che lo assegnò ai Caminesi. Questi ultimi, però, nella persona di Rizzardo IV, già nel 1349 lo cedettero a Marino Falier, futuro doge. Ma dopo la sua morte, nel 1355, il castello fu sede di un podestà.

Ma non furono solo i signorotti locali a contendersi la proprietà, ma anche gli eserciti invasori: i Carraresi, il patriarcato di Aquileia, ad esempio. Finchè la Serenissima non ne riprese possesso, che lo donò a Brandolino IV Brandolini, di Forlì. Da questo momento iniziò il vero splendore di Castelbrando che si trasformò nel maniero signorile che conosciamo.

I conti Brandolini tennero il castello fino al 1959, data in cui lo vendettero ai Salesiani, che ne fecero un luogo di ritiro e studio. Poi, nel 1997, fu venduto all’imprenditore Massimo Colomban che lo rese quello che è tutt’ora: uno splendido albergo, centro congressi e location per matrimoni indimenticabili.

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