Carovita e rincari sono alle stelle. Non solo a causa della guerra. Perché ci potrebbe essere chi se ne approfitta
Il carovita è ormai alle stelle. Tanto che come riporta il Corriere del Veneto, un chilo di pane, a Venezia può costare anche 8 euro. E potrebbe essere solo l’inizio. Infatti secondo molte previsioni la situazione non può che peggiorare. L’innalzamento dei prezzi dell’energia, a causa della guerra in Ucraina, si ripercuoterà inevitabilmente sui nostri portafogli.
E non si parla caro del benzina, che è già preoccupante. Anche i generi alimentari hanno subito un’impennata mostruosa, naturalmente collegata a quella che coinvolge luce e carburante. In questo modo, c’è un forte rischio di bloccare la crescita del Pil nazionale.
Con il carovita il grano è arrivato a prezzi stellari
Il caso del grano è forse quello più emblematico: esso infatti è arrivato a toccare vette di prezzo finora inimmaginabili. Infatti, a Venezia, per acquistare un chilo di pane si può arrivare anche a spendere 8 euro, con una media di 5,2 euro. Una spesa fuori da ogni ragionevolezza, come mai prima d’ora.
A spiegare questa situazione complessa è una ricerca di Assoutenti, che è riuscita a elaborare gli ultimi dati forniti dal ministero dello sviluppo economico. Questa ricerca colloca Venezia al terzo posto fra le città più care d’Italia, dopo Ferrara e Forlì.
Non è lo stesso in tutta Italia, ma il Veneto è uno dei luoghi più colpiti dai rincari
Per far comprendere il paragone con altre realtà italiane, basti pensare che un chilo di pane acquistato a Napoli, non costa più di 2 euro. Il responsabile di Assoutenti, Gianluca Avanzi, spiega la situazione: «Venezia è una città complessa che, forse, finisce per patire di più le conseguenze dei rincari. Così come potrebbe accadere nelle aree più remote del Veneto, tipo Belluno».
Il vero punto cardine di tutto ciò è l’inflazione. La stima per il 2022 è davvero inquietante, si parla dell’8%. A ipotizzarlo è Confesercenti. Cristina Giussani, presidente regionale, arriva a dire sempre al Corriere del Veneto che: «il conflitto è in primo luogo una tragedia umanitaria, che si sta però trasformando sempre di più in una catastrofe economica».
Sono attesi per mercoledì i dati Inps sul carovita, problematico molto prima della guerra in Ucraina. A gennaio 2022, le ultime valutazioni disponibili, parlavano di un tasso medio del 5,2% in Veneto. Nel 2021 si parlava di 4.1%.
Si attende un’inflazione dell’8% che potrebbe seriamente compromettere l’avanzamento del Pil
Ci sono però delle differenze nelle varie province: la più cara è Treviso, con 5,8%, poi Padova 5,5%, Verona e Vicenza 5,4%, Venezia 4,9%, infine Rovigo e Belluno 4,7%. Molto più problematici i dati sull’energia. Venezia ha subito un rincaro del 26,9%, mentre le altre province non sono mai scese sotto il 20%.
Claudia de Marco, referende di Federconsumatori Veneto per il Trevigiano, afferma che potrebbero esserci delle speculazioni in atto, che poco hanno a che fare con la guerra. «Ne siamo assolutamente convinti, motivo per cui anche noi. Abbiamo chiesto verifiche e un’inchiesta, come quella aperta a Roma» afferma.
Le utenze domestiche sono ormai un vero problema per gli italiani
Federconsumatori è sommersa dalle segnalazioni. Si parla di bollette domestiche del gas, balzato da 170 a 450 euro nel giro di un paio di mesi. A questo va aggiunto il caro benzina, che costringe i pendolari a pagare anche 100 euro per un pieno… per andare a lavorare!
Le pochissime voci in controtendenza sono le comunicazioni, gli alcolici e i tabacchi. In più, la questione rincari è diventata ormai l’unico (o quasi) argomento di conversazione, insieme all’andamento della guerra. L’Osservatorio Hyperion dell’Università di Padova ha calcolato che il 71,4% dei veneti parla di rincari e di guerra, diventate le principali cause di preoccupazione.
