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Caro bollette, Zaia choc: “Decenni di scelte sbagliate, oggi servirebbe nucleare”

autonomia energetica

«Paghiamo anni di scelte sbagliate» le parole di Zaia sull’energia, e la sua apertura al nucleare

Prosegue il dramma del caro bollette, la piaga che sta mettendo in ginocchio l’Italia. E ne parla anche il governatore Zaia, arrivando addirittura a nominare il nucleare. «Sull’energia paghiamo il prezzo di trent’anni di politiche e scelte sbagliate». sostiene in diretta dalla sede della Protezione Civile di Marghera. Pronunciare la parola “nucleare” significa far dividere in due l’opinione pubblica.

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È inevitabile che, nella situazione d’emergenza energetica in cui ci troviamo, l’accusa del presidente abbia una fortissima risonanza. Zaia, infatti, sostiene: «Stiamo pagando un duro conto perché abbiamo coccolato e accarezzato l’idea di poter vivere alla grande come le cicale senza preoccuparci delle fonti energetiche. Noi siamo famosi per aver vietato il nucleare, perché ci dà fastidio una qualsiasi centrale idroelettrica anche nel minimo balzo d’acqua, siamo tutti per le rinnovabili ma ci urta la pala eolica o il pannello solare».

L’Italia e il Veneto non possono restare indietro sulla corsa all’energia, lo stesso Zaia parla chiaramente di nucleare

Dunque, né l’Italia né il Veneto possono tirarsi fuori da questa corsa all’energia o vivrebbero le conseguenze dei capricci di altri, che non si interessano della nostra situazione interna. «Nei Paesi del nord Europa, ma anche in Francia e in Germania, si investe nel nucleare, si parla anche di mini centrali a livello aziendale Noi invece dipendiamo dagli altri e subiamo più di tutti le tensioni tra Russia e Ucraina perché non abbiamo centrali per farci l’energia: se non si risolve il problema rapidamente le aziende inizieranno a delocalizzare spopolando territori quando invece ci servono ricchezza e occupazione».

Il presidente di Confindustria; Venezia Vincenzo Marinese ha così commentato le parole del governatore. «Zaia ha ragione il nostro non produrre energia; è frutto dei no a tutto, verrebbe da dire: e allora pagatevi le bollette senza ricevere alcun contributo». Secondo Marinese non si può più perdere tempo. Va individuata una politica industriale energetica subito».

Anche Confindustria espone le sue ragioni su questo tema, portando alla luce l’impatto che avrebbe e i benefici sul breve termine

Proprio per questo motivo, Confindustria Veneto ha elaborato alla politica le sue proposte, tra le quali c’è anche il nucleare. Enrico Carraro spiega, che si tratta di «quello di quarta generazione l’impatto si avrebbe tra venti o trent’anni però». Considerando che nel frattempo «si riattivino i pozzi di gas in Alto Adriatico sappiamo che le rinnovabili sono il futuro ma la transizione va accompagnata».

Ovviamente questa posizione non viene condivisa da tutti e va considerata anche la posizione degli ambientalisti. Infatti, il Verde progressista Gianfranco Bettin, replica così: «Sono come quelli che dipendono dagli zuccheri e per stare meglio ne assumono di più la strada da imboccare è un’altra efficientamento energetico e rinnovabili, invece ci si inchioda a chi continua a puntare sui fossili». Bettin segnala che abbiamo un potenziale di cento gigawatt a disposizione da produzioni green, «peccato che siano bloccati da veti e burocrazia».

Mentre gli ambientalisti e Legambiente sostengono che non sia sostenibile, e si battono affinché non si prenda in considerazione il nucleare

Secondo Bettin, infatti, far ripartire le trivelle sarebbe un controsenso. «Le nostre riserve sono minime e il prezzo di gas; metano e petrolio non lo facciamo noi ma è definito su scala internazionale». E, infine, replicando al governatore: «Sul nucleare Zaia accusa il popolo italiano, veneti compresi, che due volte in sede referendaria hanno detto no».

Secondo Legambiente sarebbe un passo indietro, contano solo le energie rinnovabili

C’è un solo nucleare che i Verdi potrebbero promuovere; ed è il frutto della fusione, su cui la ricerca, però, non è che agli albori. «Bisogna investirci come anche sull’idrogeno», conclude. Due temi che riportano sulla stessa carreggiata ambientalisti e industriali: «Gli studi su questi ambiti vanno continuati» sottolinea Carraro.

Mentre, secondo Legambiente non bisognerebbe fare un passo indietro nella vita dell’energia. Come sottolineato dal presidente di Legambiente Veneto, Luigi Lazzaro. Che la si chiami emancipazione o autarchia energetica poco conta; quello che importa è che si investa in tal senso ma pensare di tornare a spingere sul nucleare è preistoria; anche perché non dimentichiamolo in Italia non è nemmeno stato individuato ancora un deposito per le scorie. E, sì, è vero si sono sbagliate politiche e azioni: bisognava già puntare tutto al rinnovabile». Sarà: nel frattempo qui nel Veneto gli aumenti sono arrivati a sfiorare il 700%.

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