Partono i lavori di restauro della cappella di Santa Caterina nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, i cui affreschi sono attribuiti a Giotto
Entra nella fase operativa il progetto di restauro dell’arco di ingresso della cappella di Santa Caterina, o delle Benedizioni, nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, i cui affreschi sono attribuiti a Giotto. A riportarlo, l’Ansa. Francesca Flores d’Arcais già nel 1969 propose l’attribuzione al maestro Giotto degli affreschi del sottarco di Santa Caterina. In seguito numerosi storici dell’arte avvalorarono la tesi.
I dipinti rappresentano otto mezzi busti di Sante entro quadrilobi, alternati a motivi decorativi in stile gotico. L’imposta dell’arco poggia su capitelli in marmo dipinti e dorati. Le paraste, decorate a finto marmo, presentano due stemmi lapidei speculari. La stessa Flores d’Arcais già nel 1969 riteneva lo stato conservativo in forte degrado e bisognoso di un intervento di restauro. L’intervento è estremamente delicato.
Oggi la superficie pittorica si presenta in più punti sfaldata e parzialmente distaccata, con pericolo di caduta di porzioni di intonaco dipinto
Le pitture di Giotto, già assai rovinate ai primi del Novecento sono state reintegrate e ridipinte. Oggi la superficie pittorica si presenta in più punti sfaldata e parzialmente distaccata. E’ quindi concreto il pericolo di caduta di porzioni di intonaco dipinto. Il restauro sarà preceduto da una serie di analisi non invasive affidate al Ciba, Centro interdipartimentale di Ricerca per i Beni archeologici architettonici e storico artistici dell’Università di Padova. I dati raccolti raffrontati con l’analisi e la mappatura dei dipinti costituiranno la prima fase del progetto di restauro.
Lo studio aiuterà anche a verificare recenti ipotesi, come quella relativa al possibile legame tra la figura di animale, interpretata come scrofa, e la famiglia degli Scrovegni
Verrà poi delineata la strategia d’intervento per il consolidamento dell’opera e il recupero delle superfici giottesche. Lo studio aiuterà anche a verificare recenti ipotesi, come quella relativa al possibile legame tra la figura di animale, interpretata come scrofa, e la famiglia degli Scrovegni. A cui è legato il celebre affresco nella cappella dell’Arena. Il restauro è promosso dall’Ente Basilica Sant’Antonio di Padova, sinergia tra la Delegazione Pontificia della Basilica, il Comune di Padova con l’Assessorato alla Cultura, l’Università di Padova e la Fondazione Cariparo.

