Cansignorio fu ultimo vero signore di Verona della dinastia Scaligera. Grande mecenate e spregiudicato politico, Cansignorio per ottenere il potere non esitò ad uccidere i propri fratelli.
La dinastia Scaligera è rimasta impressa dal medioevo nella tradizione cittadina veronese. Dal simbolo comunale, allo stadio fino al linguaggio comune, i Della Scala hanno marcato in modo indelebile la città di Verona che sembra proprio non volerli lasciare andare più. Una dinastia, quella degli Scaligeri, con luci e ombre, dal rinomato Cangrande fino all’ultimo vero signore di Verona: Cansignorio.
I nipoti di Cangrande lottano per il potere
Cansignorio era figlio di Mastino II della Scala e pro-nipote di Cangrande, il famoso ospite di Dante. Anche Mastino aveva dovuto condurre una lotta per mantenere il potere in città che lo aveva portato nel 1338 ad uccidere il cugino Bartolomeo, vescovo di Verona. Alla morte del padre nel 1351 la dinastia fu presa inizialmente in mano da Cangrande II, fratello di Cansignorio e di Paolo Alboino. I due affiancarono Cangrande nel dominio cittadino nonostante la giovanissima età. Nel 1359, a soli diciannove anni, Cansignorio tese un agguato al fratello, considerato un tiranno dal pugno di ferro, uccidendolo in strada. Iniziò così il suo dominio incontrastato, mentre il fratello Paolo venne tenuto in uno stato di semi-prigionia da quel momento in avanti.
Cansignorio rende Verona una città d’arte
Uomo dall’innato carattere guerriero ma anche sensibile alla raffinatezza delle arti, Cansignorio si adoperò in prima persona per migliorare il volto estetico della sua città. Sua fu l’idea di far costruire la Madonna Verona, simbolo del potere scaligero e per la cui base venne usata una statua d’epoca romana attribuibile forse a Minerva. Anche Ponte Navi e la torre del Gardello furono opere volute fortemente da Cansignorio. L’ultima citata, in particolare, è il primo caso di torre con orologio presente in Italia. Una delle arche scaligere presenti a Verona inoltre, le monumentali tombe dei signori Della Scala, appartiene infine proprio al signore.
L’ultimo fratricidio e la fine del potere scaligero
Nel 1375, a soli 35 anni, sul letto di morte Cansignorio commissionò l’omicidio del fratello Paolo Alboino, al fine di rendere più stabile il potere per i propri figli. Sotto di essi, Bartolomeo II e Antonio, la signoria di Verona passò sotto l’orbita dei Visconti di Milano, cessando di fatto di essere un potentato indipendente.
Di questo grande signore abbiamo visto luci ed ombre, segno di un’Italia delle signorie in cui la figura del Principe Machiavelliano era l’assoluta normalità.
Marco Scarsini
