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Campagna vaccinale in Veneto: con questi ritmi ci vorranno due anni

Procede a rilento la campagna vaccinale del Veneto. Con questi ritmi ci vorranno due anni per vaccinare tutti quanti. Mancano le dosi. Le trattative tra Venezia e le case farmaceutiche proseguono febbrili. Rimane da capire come sia possibile l’esistenza di un mercato parallelo a fronte della penuria di forniture

Allarga le braccia il direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor: “Continuando con le forniture ai ritmi odierni ci vorranno due anni per vaccinare l’intera popolazione”. L’ammissione certifica il mezzo flop della campagna vaccinale nella nostra regione. Almeno per il momento. In quasi due mesi sono state vaccinate infatti solo 108mila persone, su di una popolazione di 5 milioni di abitanti. Ritmi troppo blandi. “Si dice che in estate le quantità aumenteranno, ma ancora non ne possiamo avere certezza” aggiunge laconico.

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Perché la soluzione individuata dalla governance veneta è solo una: l’immunità di gregge. Se Roma ce la fa, bene. Se no ci si arrangia

Il rallentamento della campagna vaccinale in Veneto è quindi unicamente legato alle scarse forniture. Ma il Veneto ha fretta, molta fretta. I 900 milioni di euro della montagna polverizzati nell’arco di un weekend tramite decreto ministeriale, mostrano come interi comparti vitali per la nostra economia siano a rischio. Uno stillicidio costante e non sostenibile. “Stiamo continuando a cercare vaccini. Avendo le dosi, avremmo la capacità di vaccinare un milione di persone al mese” spiega Flor. Perché la soluzione individuata dalla governance veneta è solo una: l’immunità di gregge. Se Roma ce la fa, bene. Se no ci si arrangia.

Le trattative tra Venezia e le case farmaceutiche proseguono febbrili. Rimane da capire come sia possibile l’esistenza di un mercato parallelo a fronte della penuria di forniture

“Piano piano – spiega Flor – si sta creando una comunità con risposta anticorpale. Abbiamo somministrato finora 250 mila vaccini e 108 mila persone hanno concluso il ciclo delle due dosi. Ma si capisce che le 6.000 dosi di ieri sono poche, per la potenza di fuoco su cui potremmo contare se avessimo sufficienti vaccini per arrivare al 70% di popolazione vaccinata necessaria per l’immunità di gregge”. Le trattative tra Venezia e le case farmaceutiche proseguono febbrili. Rimane da capire come sia possibile l’esistenza di un mercato parallelo a fronte della penuria di forniture.

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