L’operazione è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento e condotta dal Corpo forestale del Trentino e dai carabinieri forestali di Belluno. I bracconieri, che operavano tra Trentino e Veneto, cacciavano anche rare specie protette
Smantellata una banda di bracconieri che operava tra il Trentino e il Veneto, impiegando per gli abbattimenti armi clandestine e modificate. L’operazione – si apprende – è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Trento e condotta dal Corpo forestale del Trentino e dai carabinieri forestali di Belluno.
Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate armi clandestine e modificate
Le indagini, iniziate nell’ambito dell’attività ordinaria di vigilanza e controllo del territorio da parte del personale forestale, hanno portato all’arresto di tre persone. Una in Trentino e due in Veneto. Altre due persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria.
Dal 2009 al 2020 oltre 35.500 illeciti
Dal 2009 al 2020, anni a cui si riferiscono i dati analizzati ricevuti dalle Forze di Polizia sono stati accertati, per difetto, oltre 35.500 illeciti. Ben 2.960 ogni anno e questa non è altro che la punta dell’iceberg. È stato calcolato che solo l’1% degli illeciti è stato accertato. Questo a danno degli stessi cacciatori autorizzati.
Gli investigatori hanno accertato diverse azioni di bracconaggio ai danni principalmente di ungulati, ma anche di alcune specie protette, tra cui galli cedroni e un’aquila reale. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate armi clandestine e modificate, trappole e dispositivi silenziati. (fonte: ANSA).
