UE: gli allevamenti rientreranno nella direttiva per le “emissioni industriali”. L’on. Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento europeo MEP nel Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei: “L’Europa potrebbe distruggere gli allevamenti italiani
La Commissione europea ha inserito nelle proposte di revisione della normativa sulle emissioni industriali anche gli allevamenti bovini, suini e avicoli con oltre 150 unità di bestiame. La Commissione ha presentato delle proposte per aggiornare la direttiva sulle emissioni industriali, caposaldo della prevenzione e della riduzione dell’inquinamento. Nelle intenzioni, l’aggiornamento normativo mirerebbe ad orientare gli investimenti industriali per trasformare l’Europa in un’economia a inquinamento zero, competitiva e climaticamente neutra entro il 2050. Nei fatti, per i paesi con un forte settore agricolo e agro-alimentare come l’Italia, la penalizzazione rischia di essere pesante. A denunciarlo, l’on. Sergio Berlato, Deputato italiano al Parlamento europeo MEP nel Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei.
Sergio Berlato: “Entro l’anno rischiamo di perdere in Italia una stalla su due”
“L’Europa – spiega infatti l’on. Sergio Berlato – potrebbe distruggere gli allevamenti italiani, perché una direttiva della Commissione pare obbligare tutti gli operatori del settore a dotarsi di certificazioni green a prescindere dal numero di capi. Entro l’anno quindi rischiamo di perdere in Italia una stalla su due e potrebbero essere a rischio anche i nostri grandi formaggi, come il Parmigiano Reggiano ed il Grana Padano.
“In una fase critica come questa – prosegue nel ragionamento l’on. Berlato – dove è più che essenziale incentivare la sicurezza alimentare e l’autosufficienza, l’Europa ce lo impedisce ed anzi, cerca di smantellare la nostra produzione agroalimentare. Forse il vero obiettivo dell’Europa è quello di renderci deboli e dipendenti da Paesi terzi, obbligandoci a chiudere le nostre attività e costringendoci a mangiare carne sintetica, vermi e cavallette. Blocchiamo questa deriva”.
Confagricoltura: “Così si apre la strada a maggiori importazioni da Paesi terzi dove le regole sono meno rigorose di quelle valide nella UE”
La stessa Confagricoltura mette in evidenza i rischi del provvedimento: “La Commissione europea continua a manifestare un orientamento punitivo nei confronti degli allevamenti, mentre i capi di Stato e di governo hanno chiesto di aumentare la sicurezza alimentare. Rischiamo un taglio di produzione a livello europeo. Aprendo così la strada a maggiori importazioni da Paesi terzi dove le regole sono meno rigorose di quelle valide nella UE. Anche ai fini della sostenibilità ambientale”.

(“Articolo redazionale a pagamento offerto dal gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei”)
