In Archinto, mostra a Palazzo Grimani, Baselitz rende omaggio a Venezia e alla sua ricca tradizione artistica. Da una parte ristabilendo una continuità storica. E dall’altra segnalando una rottura tra la celebrata ritrattistica rinascimentale e i suoi equivalenti contemporanei
Il prossimo 19 maggio a Venezia verrà aperta al pubblico la mostra Archinto con i nuovi lavori dell’artista tedesco Georg Baselitz. Alcuni dei quali, realizzati espressamente per Palazzo Grimani che ospita la mostra, rimarranno in comodato al museo per concessione dell’artista grazie a uno speciale accordo. L’evento avverrà in concomitanza con la presentazione della Domus Grimani – La Sala del Doge. Ovvero il riallestimento di uno degli ambienti più spettacolari ed evocativi del palazzo. Che con il ricollocamento delle statue greche e romane, tornerà ai suoi splendori rinascimentali.
Dodici tele realizzate appositamente per la Sala del Portego saranno collocate nelle sue originarie cornici settecentesche a stucco. Dove fino all’800 campeggiavano i ritratti della famiglia Grimani
La mostra, curata da Mario Codognato, sarà formata da nuovi e recenti lavori dell’artista tedesco Georg Baselitz. Nato nel 1938, è uno tra gli artisti più significativi della sua generazione. Intitolata Archinto, la mostra, prodotta da Gagosian in collaborazione con Venetian Heritage, sarà allestita al piano nobile del museo. E dodici tele realizzate appositamente per la Sala del Portego saranno collocate nelle sue originarie cornici settecentesche a stucco. Dove fino all’800 campeggiavano i ritratti della famiglia Grimani. Grazie a uno speciale accordo, queste opere rimarranno in comodato a lungo termine al museo per concessione dell’artista. È la prima volta ad oggi che avviene una collaborazione simile tra un artista contemporaneo e un museo statale a Venezia.
Il titolo della mostra e i suoi lavori fanno riferimento all’enigmatico ritratto del Cardinale Filippo Archinto che Tiziano realizzò nel 1558
In Archinto, Baselitz rende omaggio a Venezia e alla sua ricca tradizione artistica. Da una parte ristabilendo una continuità storica e dall’altra segnalando una rottura tra la celebrata ritrattistica rinascimentale e i suoi equivalenti contemporanei. Il titolo della mostra e i suoi lavori fanno riferimento all’enigmatico ritratto del Cardinale Filippo Archinto che Tiziano realizzò nel 1558. Portando la sensibilità dei Maestri Antichi in un contesto attuale, la qualità spettrale dei dipinti di Baselitz conferma il suo interesse per le tecniche di incisione. E allude al tema artistico costante della mortalità umana.

