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La rupe Altar Knotto: l’ultimo Altare Pagano d’Italia

La grande formazione rocciosa chiamata Altar Knotto, a 1334 metri di quota nel territorio di Castelletto di Rotzo in provincia di Vicenza

La grande formazione rocciosa chiamata Altar Knotto, a 1334 metri di quota nel territorio di Castelletto di Rotzo in provincia di Vicenza, è sempre stata fonte di miti e leggende per gli abitanti dell’Altopiano. In lingua cimbrica il suo nome significa “vecchia pietra”

L’Altar Knotto è una suggestiva formazione rocciosa posta a strapiombo sulla Val d’Astico la cui forma ricorda quella di un grande altare. La grande formazione rocciosa, a 1334 metri di quota nel territorio di Castelletto di Rotzo in provincia di Vicenza, è sempre stata fonte di miti e leggende per gli abitanti dell’Altopiano. I popoli del posto salivano fin lassù portando la vittima per il sacrificio; la gente restava ferma e silenziosa, per ammirare i sacerdoti che entravano all’interno di un cunicolo per accostarsi all’antico sasso in bilico sul baratro. In quest’area, circa 1000 anni fa, si stabilirono genti germaniche chiamate Cimbri, provenienti, i più, dalle zone della Baviera e del Tirolo, che portarono con se le proprie tradizioni e i propri costumi dal sapore pagano, perciò si è sempre fantasticato che fosse un luogo di culto del Mito Nordico.

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In questo territorio si pensava che la grossa rupe fosse pervasa di energie positive e fosse la casa di entità come Nani e Numi tutelari

L’Altar Knotto (in lingua cimbrica “vecchia pietra”) è spesso fonte di molte leggende e misteri.
Con lo Spitz Knotto di Stocarè (il terzo altare dell’altopiano) e l’Hanepos di Marcesina (l’incudine di Thor), insieme rappresenterebbero il vertice di un triangolo magico.
Un luogo più che adatto per sacrificare agli Dei, agli spiriti dei boschi, dei monti e delle sorgenti. In questo territorio si pensava che la grossa rupe fosse pervasa di energie positive e fosse la casa di entità come Nani e Numi tutelari.

Con l’arrivo poi del Cristianesimo molti di questi luoghi pagani vennero rinominati come malefici rifugi del Diavolo, infatti nel corso degli anni gli abitanti iniziarono a definire la grande pietra “La Pria-Pietra del Diavolo o El Scagno-Sedia del Diavolo”. Poco prima dell’Altar Knotto è visibile una grande Croce situata sulla punta Altaburg. Come ben sappiamo, nel corso dell’espansione del Cristianesimo, la Chiesa ha sempre cercato, in presenza di sedi pagane, di costruirci sopra nella speranza che certi posti vennero dimenticati oppure distrutti e rasi al suolo.

Si tramanda inoltre che gli abitanti della Val d’Astico riuscissero a vedere questi luccichii, credendo fossero i ricchi tesori e le monete dei Nani e dei Folletti

In tempi antichi Altaburg si credeva fosse una sorta di piccola Asgard (la città degli Dei del Nord), dove risiedevano Thor, Odino, Freya, intenti nel sorvegliare dall’alto della roccia il popolo cimbro. Senza ombre di dubbio è molto forte la suggestività di questi luoghi e non sorprende infatti che abbiano evocato fantastiche leggende. Una tra le più note è quella del “Mercante e i Nani”. La storia narra di un mercante che rubò il tesoro accumulato dai Nani nascosto nell’Altar Knotto. I Nani, nei giorni di sole, amavano mettere in mostra sopra la grande pietra le loro ricchezze per ammirarle. Il mercante a causa della sua troppa avidità perse tutto il prezioso carico sottratto alle creature. Si tramanda inoltre che gli abitanti della Val d’Astico riuscissero a vedere questi luccichii, credendo fossero i ricchi tesori e le monete dei Nani e dei Folletti.

Luoghi come questo ancora oggi sono oggetto di visitatori, curiosi delle storie che questi splendidi posti nascondono. È nostro dovere preservare, tramandare e ricordare le nostre radici, nella speranza che certi luoghi di riferimento della cultura precedente non vengano dimenticati.

Di Nicolò Pici Banterla

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