Era dal 1966 che non capitava un inverno così piovoso. Eppure, oggi in Veneto è allarme siccità. Si spreca troppa acqua
Serve urgentemente un piano per scongiurare l’allarme siccità in Veneto che sta mettendo in sofferenza le colture, i terreni e gli animali. L’allarme è già scattato insieme a varie contromisure adottate dagli agricoltori e allevatori.
Si parla di irrigazioni di soccorso e docce refrigeranti per i bovini. Ma naturalmente questo non basta, per contrastare la siccità servono altri fondi. Che devono arrivare dallo Stato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sfruttare il Recovery Fund.
Servono aiuti per le contromisure con cui contrastare l’allarme siccità in Veneto
Ecco la proposta di Coldiretti: «Oltre a grandi invasi e reti collettive, incentivare i piccoli bacini aziendali nelle aree interne per recuperare l’acqua piovana». Naturalmente, per farlo, serve il confronto tra le Regioni e anche il loro appoggio nell’utilizzare il Piano Naizonale di Ripresa e Resilienza.
Anche la situazione degli allevatori è drammatica Gli allevatori si stanno organizzando con docce refrigeranti o ventilatori fino agli abbeveratoi a pieno ritmo perché bisogna considerare che ogni singolo capo arriva a bere fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 di quando è fresco.
Ecco l’affresco che ne fa Coldiretti. «La produzione regionale vale quasi 500 milioni di euro ed è data da 3 mila aziende con 262.500 capi che producono 10 milioni di quintali di latte l’anno destinato all’eccellenza casearia di assoluto pregio visto che più del 60% del latte è impiegato per le pezze blasonate».
Agricoltura e allevamento messi in ginocchio dal clima, mentre si cercano sempre nuovi modi per combattere l’allarme siccità in Veneto
Se con il cambiamento climatico non si può combattere, quello che si può fare, è adattare il sistema agricolo ai tempi che cambiano. E infatti questo in Veneto accade da anni ma non basta. Sistemi di irrigazione sempre più avanzati non sono sufficienti a risolvere il problema, certo, ma è la direzione in cui si sta andando.
Soprattutto tramite i Consorzi di bonifica che gestiscono in Veneto 200 mila ettari a irrigazione strutturata, ai quali si aggiungono 400 mila ettari di irrigazione di soccorso. Proprio questi Consorzi saranno alla base della politica di lotta alla siccità. Come spiega l’asessore Carner.
«Assieme al Piano di Sviluppo Rurale nazionale 2014-2020 e al Piano invasi, la Giunta regionale ha fatto propri i 21 progetti presentati dai Consorzi di bonifica, che valgono 708 milioni di euro, avanzandoli come proposta da inserire all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».
Come si possono utilizzare i fondi per risolvere il problema della siccità? Il problema dell’acqua sprecata
Coldiretti cerca la soluzione nell’utilizzo dei fondi ricavati dal Recovery Found. La via sembra essere quella del risparmio dell’acqua, un ambito dove ci sono ancora troppi sprechi. Come ha spiegato Manuel Benincà responsabile Area Ambiente Coldiretti Veneto .
«La priorità è la creazione di invasi nelle aree interne per risparmiare acqua. Il Veneto recupera solo il 5% della pioggia rispetto a una media nazionale dell’11%, un dato preoccupante che dimostra quanto bisogno ci sia di investimenti in questo campo».
Con le temperature superiori a 35 gradi le piante si bruciano, occorre intervenire
Come anticipato, bisognerebbe incentivare piccoli bacini aziendali e interaziendali, che si sommerebbero così alle grandi opere e agli invasi montani che raccolgono milioni di metri cubi d’acqua. Sempre conclude Benincà spiega l’importanza di questa misura.
«Il Prs già oggi li finanzia, ma i contributi, a cui si accede con una graduatoria, si fermano al 40% e i costi elevati di realizzazione scoraggiano gli agricoltori. Il Pnrr potrebbe dare una mano aumentando le percentuali. Se il contributo sfiorasse il 100%, aumenterebbe il numero di richieste e di interventi in quei terreni dove i Consorzi non arrivano. Così come andrebbero incentivati i contributi che finanziano i metodi di irrigazione come l’aspersione o l’irrigazione a goccia, che consentono un risparmio d’acqua del 90%».
Una cosa è certa, nessuno sta con le mani in mano, agricoltori e coltivatori cercano in tutti i modi di salvare la situazione. Ma naturalmente servono grandi investimenti anche a livello nazionale per salvare allevamenti e campi di questa regione.
