Con 3.000 bambini in meno rispetto allo scorso anno, molte scuole rischiano di chiudere, sono le conseguenze della denatalità
A causa della sempre più preoccupante denatalità le scuole venete si stanno svuotando. Negli asili e nelle scuole elementari, poi, la situazione è ancora più drammatica. Sono infatti 3295 bambini che mancano all’appello, e decine sono le prime elementari che rischiano di saltare.
Infatti, una classe deve avere minimo 15 persone, dunque, le scuole dei piccoli paesi di provincia rischiano di scomparire. Tutto nasce dalla denatalità, con sempre meno figli, ci sono sempre meno bambini e quelli che ci sono devono fare lunghe distanze per ricevere un’istruzione adeguata.
Il segretario di Uil scuola cerca di fare chiarezza sulla situazione, ormai drammatica della denatalità
A commentare la situazione è il segretario di Uil Scuola, Giuseppe Morgante: «Con questi dati, alla luce del numero di scuole presenti in regione, rischierebbe di saltare un centinaio di prime elementari». Anche se l’ufficio scolastico regionale cerca di porre rimedio, confermando lo stesso organo docente.
«Questo consentirà di salvare la maggior parte delle classi ma il problema di fondo resta. Se non si inverte il trend demografico perderemo sempre più classi e scuole, soprattutto nelle zone periferiche e montane, contribuendo allo spopolamento di questi luoghi. Quale famiglia vivrebbe in aree dove non c’è una scuola a cui iscrivere il figlio?» continua Morgante.
Anche le scuole paritarie sono in grave difficoltà, e moltissime rischiano di chiudere
Una crisi che non lascia indifferenti nemmeno le scuole paritarie, infatti, sono 50 quelle cancellate negli ultimi 5 anni. Per l’anno scolastico 2022-2023 il Miur ha già certificato che 11 scuole dell’infanzia resteranno chiuse. Si tratta di due elementari di Pontelongo e Padova, una scuola media, sempre a Padova e due superiori i (l’Istituto tecnico con indirizzo meccanico Cavanis-Canova a Possagno e il liceo Europeo Brandolini Rota di Oderzo oltre ad altri due licei che riducono gli indirizzi (al Pio X di Treviso e all’Aleardi di Verona.
In Veneto, poi, gli asili parrocchiali sono ormai una tradizione da decenni. L’associazione di categoria, Fism, chiede un aiuto al governo per «la questione veneta» nonché un contributo tra i 30 e i 40 milioni di euro. Il presidente della Fism, Stefano Cecchin, commenta così la situazione.
«A livello regionale la media degli ultimi 5 anni, è di circa 10 scuole dell’infanzia chiuse anno dopo anno, con punte di 12. Fino al 2017 si arrivava al massimo a 7-8. La storia è sempre la stessa: si inizia con 2-3 sezioni in meno e poi si arriva alla chiusura». Va considerato anche il risvolto occupazionale, poi, perché ogni scuola chiusa comporta centinaia di insegnanti senza lavoro.
