Oggi lunedì 24 maggio dal Teatro Comunale di Belluno sul canale YouTube del Teatro Stabile di Verona, va in scena la testimonianza multimediale “Mi tengo a quest’albero mutilato”. Un progetto per sensibilizzare sui territori e gli alberi delle Dolomiti colpiti dalla tempesta del 2018. Nel frattempo gli alberi abbattuti verranno utilizzati dal produttore di amplificatori Vaia cube. Che si impegna, per ogni pezzo realizzato, a piantare un albero e a contribuire così al rimboschimento
Oggi lunedì 24 maggio dal Teatro Comunale di Belluno sul canale YouTube del Teatro Stabile di Verona, va in scena la testimonianza multimediale “Mi tengo a quest’albero mutilato”. Protagonisti di questa testimonianza sono gli alberi, doppiamente di casa sulle Dolomiti bellunesi: dal punto di vista fisico quanto letterario. Il grande bellunese Dino Buzzati questi alberi, coi suoi due racconti lunghi Barnabo delle montagne e Il segreto del Bosco Vecchio, li ha fatti amare al mondo intero.
Una appuntamento curato da Rossana Valier. E organizzata dal Teatro Stabile di Verona con il patrocinio del Comune di Alleghe. In collaborazione col Circolo Cultura e Stampa Bellunese, con la Fondazione Teatri delle Dolomiti, con la Fondazione Giovanni Angelini e con Vaia Cube.
Una memoria andata in parte distrutta in quei maledetti giorni di fine ottobre 2018. Quando i venti soffiarono a quasi duecento chilometri all’ora radendo al suolo ettari ed ettari di boschi
In scena – oltre a Valier – Susanna Cro, Alessandro Dinuzzi e gli studenti di due classi del liceo Leonardo da Vinci di Belluno. Che hanno seguito i laboratori di scrittura e di teatro di questa iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri sostenuta dalla Regione del Veneto per la valorizzazione dei territori colpiti dalla tempesta Vaia e in memoria delle vicende storiche della Prima Guerra Mondiale.
Questi alberi, che per i soldati della Prima Guerra Mondiale sono stati spesso un rifugio, dei veri e propri amici, sono detentori di una memoria lunga anche più di un secolo. Una memoria andata in parte distrutta in quei maledetti giorni di fine ottobre 2018, a causa della terribile tempesta Vaia. Quando i venti soffiarono a quasi duecento chilometri all’ora radendo al suolo ettari ed ettari di boschi.
E quella preziosa materia prima formatasi nel tempo continuerà a vivere negli amplificatori audio Vaia cube
Ma il bosco vuole e deve rinascere. E quella preziosa materia prima formatasi nel tempo continuerà a vivere negli amplificatori audio Vaia cube. Ottenuti dal legno degli alberi distrutti dalla tempesta con l’impegno, per ogni Vaia cube realizzato, di piantare un albero e contribuire così al rimboschimento. Obiettivo del progetto creare luoghi della memoria. Questo nelle zone devastate e compromesse da due traumatiche vicende distanti un secolo una dall’altra. Che hanno lasciato tracce indelebili sul territorio.
Destinatari del progetto, attraverso la scuola, le giovani generazioni
Destinatari del progetto, attraverso la scuola, le giovani generazioni. Oltre al ripristino dei boschi e degli alberi delle Dolomiti distrutti (circa quaranta milioni le piante abbattute nel Triveneto), intende contribuire al consolidamento e alla diffusione dei principi di cooperazione, di dialogo interculturale, di risoluzione pacifica e di prevenzione dei conflitti. “Nonché a promuovere il rispetto per gli equilibri della natura”. Lo sottolinea il sindaco di Alleghe Danilo De Toni. Che introducendo la diretta del 15 maggio ha ricordato l’importanza della cultura del territorio per un futuro che sia a misura d’uomo.
“Mi tengo a quest’albero mutilato”, basato su testi letterari di vari autori e su testi scritti dagli studenti dei laboratori, si avvale dei video Alberi, interpretato dai danzatori Laura Zago e Giorgio Tollot, e Tempesta di Federico Boni, della fonica di Matteo Chiochetta e delle luci di Marco Spagnolli. Le dirette streaming sono curate da Nicola Fasoli.

