Seppur investita anch’essa dalle conseguenze della pandemia, l’agricoltura nella nostra regione “tiene botta”. Nei primi 9 mesi dello scorso anno, nel Veneto è stata registrata una crescita degli occupati agricoli del +10%. Un andamento questo ben superiore rispetto a quello nazionale (+1,5%)
Da sempre la nostra regione si è dimostrata una terra ricca e prospera. Il Veneto detiene una quota del 10% del valore della produzione agricola nazionale. Occupando così il terzo posto nella graduatoria delle regioni italiane dopo Lombardia ed Emilia-Romagna. Mantiene inoltre posizioni alte nella classifica per alcuni importanti comparti quali colture industriali, vitivinicoltura e zootecnia da carne. Il 2020, e pure il 2021, caratterizzati da lockdown e restrizioni dovute al Covid-19, hanno penalizzato fortemente l’intera economia. Anche il comparto agroalimentare veneto non è sfuggito alla potente morsa della crisi. Ma ha saputo tener botta. Lo confermano gli ultimi dati di Veneto Agricoltura.
Nei primi nove mesi dello scorso anno, nel Veneto è stata registrata una crescita degli occupati agricoli del +10%, un andamento ben superiore rispetto a quello nazionale (+1,5%)
Il settore agricolo ha subito ingenti danni, ma per fortuna meno di altri. Il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta nell’ultimo anno viene stimato in 5,8 miliardi di euro, sostanzialmente sugli stessi livelli degli anni precedenti. I diversi comparti del primario hanno raggiunto nell’anno appena concluso performance in chiaroscuro. Entrando nel dettaglio dei diversi settori, risulta che alla fine del terzo trimestre 2020 (ultimi dati resi disponibile dagli esperti di Veneto Agricoltura) le imprese venete attive erano 61.695 unità (-1,4%). Un dato in linea con l’andamento del settore nazionale che ha registrato anch’esso una diminuzione simile (-1%). Di contro, sempre nei primi nove mesi dello scorso anno, nel Veneto è stata registrata una crescita degli occupati agricoli del +10%. Un andamento questo ben superiore rispetto a quello nazionale (+1,5%).
In pratica, le importazioni sono calate più delle esportazioni. Non è difficile notare la crescente internazionalizzazione dell’agroalimentare veneto
Note positive arrivano anche dalla bilancia commerciale veneta che per la prima volta risulta in avanzo. Il saldo positivo si è attestato infatti a circa +204 milioni di euro, in crescita del 96% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In pratica, le importazioni sono calate più delle esportazioni. Non è difficile notare la crescente internazionalizzazione dell’agroalimentare veneto.
Il divario tra importazioni ed esportazioni appare in progressiva diminuzione. Alcuni comparti dimostrano una spiccata tendenza alla globalizzazione. Basti pensare al vitivinicolo, in grado di coprire il 28% dell’intero export nazionale di vino. Si può notare come questo bilancio positivo sia dovuto anche alle evoluzioni tecnologiche e commerciali da parte delle aziende venete. Evoluzioni necessarie per far fronte alla crisi che ha colpito la nazione e la stessa regione in questi due anni. Lo sviluppo e la ricerca continua, facendo sì che nuove innovazioni entrino in gioco nel settore dell’agricoltura del Veneto per migliorare ed aiutare a restare al passo con i tempi sempre di più le imprese.
Sta ad esempio nascendo un nuovo progetto da parte di Bioinnova Veneto di prodotti sempre più salutistici, dato dall’arricchimento naturale con sostanze antagoniste alla diffusione degli agenti virali, finanziato dalla Regione, per migliorare la sostenibilità e l’innovazione dell’agroalimentare regionale. Si tratta di “SustaIn4Food” ovvero sostenibilità dell’agroalimentare veneto: metodologie e strumenti innovativi per l’efficientamento dei processi produttivi, la funzionalizzazione degli alimenti e lo smart-packaging.
L’obiettivo generale del progetto è quello di sviluppare nuovi prodotti e processi alimentari e migliorare la salute dei consumatori attraverso il consumo di prodotti salutistici e l’aumento della qualità della vita nel post-pandemia
Attività, queste, che l’Agenzia regionale per l’innovazione nel settore primario realizzerà tramite il proprio Istituto per la Qualità e le Tecnologie Agroalimentari di Thiene (VI). In sostanza, l’obiettivo generale del progetto è quello di sviluppare nuovi prodotti e processi alimentari e migliorare l’innovazione del comparto, nonché puntare al rafforzamento della sostenibilità e competitività delle filiere coinvolte, migliorare la salute dei consumatori attraverso il consumo di prodotti salutistici e l’aumento della qualità della vita nel post-pandemia.
Altro passo da gigante che le aziende stanno scoprendo e utilizzando tanto negli ultimi due anni, sono le cosiddette piattaforme e-commerce. Questa digitalizzazione si sta rivelando una buona arma per le imprese, ora i prodotti agroalimentari si possono tranquillamente acquistare tramite tablet, pc e smartphone. Il cliente impossibilitato nello spostamento riesce infatti a ricevere comodamente a casa il proprio prodotto. Questa nuova scoperta di queste piattaforme da parte del settore agricolo sta impedendo a tante aziende la chiusura e sta incidendo molto per quanto riguarda anche l’economia regionale.
Il Veneto sta dimostrando come sia in grado, anche nelle difficoltà, di sviluppare e trovare sempre innovazioni e soluzioni per il benessere della propria terra.

