I labirinti affascinano da sempre l’uomo, perché carichi di mistero e fascino, per la loro forma complessa e per quello che rappresentano. Il labirinto è un simbolo ricorrente in molte culture, spesso rappresenta percorsi spirituali e una delle sue prime apparizioni fu nell’antica Grecia. Con il Rinascimento i labirinti furono circondati da giardini sempre più ricchi come rappresentazione di potere nelle residenze aristocratiche, ma dove si trova il più grande del mondo e chi lo ha progettato?
Il labirinto più grande del mondo si trova in Italia, presso la Tenuta Masone a Fontanellato, a pochi chilometri da Parma. È stato ideato dal designer italiano Franco Maria Ricci, che ha voluto combinare natura, architettura e cultura in un unico grande spazio inaugurato nel 2015. È composto da oltre 200.000 piante di bambù di varie specie e si estende su una superficie di circa 7 ettari. Il bambù è stato scelto perché cresce rapidamente, per la sua eleganza, e per la resistenza e sostenibilità. Oggi il labirinto della Masone è una delle attrazioni più spettacolari d’Italia.
“Il più grande labirinto esistente al mondo è composto interamente da piante di bambù. In totale sono circa 300 mila alte tra i 30 centimetri e i 15 metri e appartenenti a venti specie diverse. Un percorso in cui inoltrarsi e perdersi, per fantasticare e riflettere. Suggestive gallerie vegetali incorniciano i corridoi del labirinto, offrendo ai visitatori riparo e la sensazione di trovarsi immersi in una dimensione sospesa. Bambù dal fusto maculato, striato o di tinte inusuali rivelano scorci sorprendenti anche grazie alle diverse dimensioni raggiunte dalle varie specie”, si legge nel sito ufficiale.
All’interno della struttura si trovano musei e una grande biblioteca (che conserva oltre 15.000 volumi rari e antichi) e sono esposti bellissimi dipinti, sculture e pezzi d’arte, su un’area di oltre cinquemila metri quadrati, realizzati da artisti di fama mondiale, tra cui Hayez o Antonio Ligabue.
L’ideatore Franco Maria Ricci disse: “Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa trent’anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi“.
Il labirinto è ispirato ai percorsi geometrici raffigurati nei mosaici romani e ha una pianta a forma di stella che si estende su sette ettari intorno a un quadrato centrale: la Forma Urbis delle città rinascimentali che compare per la prima volta nel Trattato di Architettura del Filarete. La forma a stella fu adottata da Vespasiano Gonzaga a Sabbioneta, dalla Repubblica Veneta a Palmanova in Friuli e dal Vauban nelle sue architetture militari.
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