Il+rito+del+t%C3%A8+in+Marocco%2C+la+sua+storia+e+come+si+prepara
ilserenissimovenetoit
/2024/09/17/il-rito-del-te-in-marocco-la-sua-storia-e-come-si-prepara/amp/
Viaggi

Il rito del tè in Marocco, la sua storia e come si prepara

Avete deciso di visitare il Marocco? Ecco tutte le ragioni per cui non dovete perdere il rito del tè e come si prepara questa bevanda

Il Marocco è una Paese incredibile, meta di milioni di turisti che ogni anno visitano Marrakech, Casablanca, le città imperiali o anche il deserto per vivere una vacanza all’insegna della storia e della cultura. Parlando proprio di cultura, una delle esperienze assolutamente da fare è quella del rito del tè, una tradizione dalle origini antichissime che ancora oggi viene portata avanti con orgoglio da tutti i marocchini. Ma quali sono le caratteristiche di questo rito? E come viene preparato il tè? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Storia e caratteristiche del rito del tè marocchino

La preparazione del tè in Marocco è una tradizione antica, che risale al XII secolo a.C. Ci sono diverse ipotesi riguardo le origini di questa bevanda: alcuni sostengono che siano stati i berberi a portare il tè dall’Asia, mentre un’altra teoria attribuisce l’introduzione alla regina Anna Stuard d’Inghilterra, la quale avrebbe offerto il tè al sultano del Marocco come parte di una strategia diplomatica per ottenere la liberazione di prigionieri britannici.

Cerimonia del tè in Marocco | Pixabay @CatherineMiller – IlSerenissimoVeneto

Quel che è certo è che il tè verde fu introdotto in Marocco verso la metà del XIX secolo dagli inglesi, i quali, a causa della chiusura dei porti baltici durante la guerra di Crimea, cercavano nuovi mercati per vendere l’eccesso di tè cinese. I marocchini scoprirono presto che aggiungere la menta al tè verde riduceva il sapore amaro senza alterarne l’aroma. Da quel momento, il tè verde alla menta divenne una bevanda tradizionale, preparata dal capofamiglia o, in sua assenza, dalla moglie o dal membro più anziano della famiglia.

La cerimonia del tè

La cerimonia del tè prevede la presentazione, su un vassoio, di un bollitore con acqua calda, tè verde, zollette di zucchero e un mazzetto di menta fresca all’ospite. Il rituale inizia versando una piccola quantità di acqua bollente sul tè, muovendo la teiera con movimenti circolari per far gonfiare le foglie e purificarle dalle impurità, quindi si elimina l’acqua. Successivamente, si aggiungono la menta e lo zucchero nella teiera, insieme a ulteriore acqua bollente, lasciando il tutto sul fuoco per alcuni minuti.

Una volta pronto, il tè viene servito in piccoli bicchieri decorati, versandolo dall’alto per consentirne l’areazione e ossigenazione. Il tè alla menta è consumato durante tutta la giornata e offerto agli ospiti in qualsiasi momento. È considerato segno di cortesia berlo con calma e accettare fino a tre bicchieri. Le foglie rimangono in infusione, intensificando il gusto ad ogni versata. A tal proposito, i berberi affermano che “il primo bicchiere è dolce come la vita, il secondo tenero come l’amore e il terzo amaro come la morte“. Durante l’inverno, in mancanza di menta, è spesso impiegato l’assenzio (chiba).

Come si prepara il tè marocchino

Gli ingredienti del tè alla menta marocchino sono:

  • 1 litro d’acqua;
  • 5 cucchiaini di tè verde Gunpowder o Chun Mee;
  • 5 cucchiaini rasi di menta fresca o secca;
  • Zucchero di canna a piacere.

Questi, invece, sono i passaggi da seguire:

Portare l’acqua a ebollizione e aggiungere menta e zucchero, lasciando riposare per 2-3 minuti. Posizionare le foglie di tè in un colino sopra una ciotola e versarci sopra l’acqua per sciacquarle, quindi trasferirle nella pentola con la menta. Lasciare in infusione per 3-4 minuti, poi filtrare il contenuto in una teiera, mantenendo le foglie per un’eventuale seconda infusione.

Per servire, versare il tè iniziando con il beccuccio vicino al bordo del bicchiere, sollevando gradualmente la teiera per permettere al liquido di ossigenarsi e creare una leggera schiuma sulla superficie. Accompagnare il tè con datteri, fichi secchi, uvetta e mandorle.

Federico Liberi

Recent Posts

“Ponte del diavolo”, perché è una delle attrazioni più belle in Germania e perché si chiama così

Il Ponte del diavolo è uno dei luoghi più affascinanti della Germania, ecco dove si…

4 ore ago

Seattle, 14 attrazioni da non lasciarsi sfuggire durante una vacanza

Volete fare una vacanza a Seattle, negli Stati Uniti? Ecco tutte le attrazioni che non…

8 ore ago

La classifica delle città italiane con più reati denunciati

La criminalità è in aumento in Italia, ecco quali sono le città più colpite dal…

1 giorno ago

Cortisol face, cos’è l’ultimo trend diventato virale su TikTok e perché è rischioso

I video diventati virali su TikTok diffondono messaggi come: "Non sei grassa, hai solo la…

2 giorni ago

Umbria, i 10 borghi più belli da visitare assolutamente

Volete ammirare uno dei tantissimi e incredibili borghi dell’Umbria? Ecco quali sono i migliori che…

2 giorni ago

Regno Unito, dal 2025 servirà anche un visto elettronico per visitarlo

Il Regno Unito a partire dal 2025 imporrà un visto obbligatorio anche ai turisti in…

4 giorni ago