La giudice definisce diffamatoria la parte in cui la giornalista scrive di “un tratto di penna che unisce in tutta Italia tante storie di accuse false e assurde o zoppicanti di minori e che riconducono con impressionante frequenza a Claudio Foti”
Selvaggia Lucarelli è stata condannata per aver diffamato lo psicologo Claudio Foti di Bibbiano. La giornalista lo avrebbe “apertamente e falsamente accostato alla tragica e terribile vicenda giudiziaria su una caso di abuso sessuale su un minore nella provincia di Cagliari e il successivo suicidio di Agnese Usai, indagata per abuso”. Questo è quello che si legge nella sentenza, in cui la giudice Raffaella Bosco scrive che Selvaggia Lucarelli ha leso la reputazione professionale di Foti: psicologo coinvolto nella vicenda sui presunti affidi illeciti di minori a Bibbiano, al centro di numerose discussioni mediatiche.
Il post, in cui Foti è stato rappresentato da Lucarelli come “ideatore di un metodo supponendo l’esistenza di un metodo di cui una ‘rete’ di psicologi’, tra i quali la psicologa di Cagliari, sarebbero stati seguaci” è stato pubblicato su Facebook il 27 luglio 2029. “È il risultato frutto di supposizioni e insinuazioni prive di un supporto probatorio, da cui la Lucarelli avrebbe dovuto astenersi non avendo, o non avendo fornito, prove” e “ha contenuto diffamatorio nella parte nella quale ha accostato Foti e la sua associazione ‘Hansel e Gretel’ a una vicenda disonorevole e tragica conclusa col triste suicidio dell’indagata”, si legge nella sentenza.
La giudice definisce diffamatorio il passaggio in cui la giornalista scrive di “un tratto di penna che unisce in tutta Italia tante storie di accuse false e assurde o zoppicanti di minori e che riconducono con impressionante frequenza a Claudio Foti e ai seguaci del metodo che arriva anche lì, in Sardegna, e disegna un nuovo intreccio oltre che il destino di Agnese“.
La sentenza, emessa dalla giudice Raffaella Bosco, condanna Selvaggia Lucarelli a risarcire Foti con una somma di 16.000 euro e obbliga la giornalista a pubblicare il dispositivo della decisione sulla sua pagina Facebook. Il tribunale ha disposto anche la rimozione del post incriminato dalla piattaforma social della giornalista.
L’avvocato Luca Bauccio, legale dello psicologo, ha dichiarato: “Una decisione che fa giustizia di una campagna che Lucarelli ha messo in atto all’indomani dell’esecuzione delle misure cautelari nella vicenda Bibbiano, senza alcun rispetto per la presunzione di innocenza ma anzi con la pretesa di imbastire un proprio personale tribunale mediatico nel quale ha formulato accuse nuove, completamente false nei confronti di Claudio Foti”.
“L’onore e la reputazione del mio assistito sono stati dati in pasto all’opinione pubblica e in particolare ai suoi numerosi follower, senza alcuna remora e senza scrupoli. Lo scoop e i like prima di tutto anche quando questo significa formulare accuse gravissime sul conto di persone incensurate. Il giornalismo ridotto a post sensazionali e a effetto che celebrano la grandiosità degli influencer è una pratica pericolosa per l’informazione e per le persone”, ha proseguito l’avvocato.
“Questa deriva è inaccettabile e bene ha fatto il Tribunale di Torino ad accogliere la nostra richiesta di pubblicare la decisione di condanna sulla pagina Facebook di Lucarelli. Il milione di follower che fedelmente segue e approva Lucarelli deve sapere che le sue affermazioni erano del tutto prive di fondamento, pura invenzione. Formulare accuse senza verifiche, reali indagini, approfondimenti e senza equilibrio non ha nulla a che fare con il giornalismo d’inchiesta, che è una cosa seria e presuppone terzietà e serenità, conoscenza dettagliata dei fatti e non ricerca a tutti i costi dello scandalo e della notorietà. La verità dei fatti e la dignità delle persone vanno rispettate e speriamo che i tanti che hanno creduto a tutti coloro i quali hanno costruito fortune sulla vicenda Bibbiano, inizino a coltivare dubbi su quanto è avvenuto negli anni scorsi ai danni di tanti innocenti”. ha continuato Bauccio.
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