Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria, e ora?

Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria. A consegnare la lettera all’ufficio protocollo l’assessore Giampedrone

Giovanni Toti ha rassegnato le dimissioni da presidente della Regione Liguria. La lettera di dimissioni irrevocabili è stata consegnata dall’assessore regionale Giacomo Raul Giampedrone all’ufficio protocollo della Regione venerdì mattina, poco dopo le 10:30. Nella lettera, Toti ha comunicato alle autorità competenti la necessità di gestire la fase transitoria e avviare le procedure per nuove elezioni.

Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria

Toti è agli arresti domiciliari da quasi tre mesi, accusato di corruzione dalla procura di Genova. Secondo l’accusa, avrebbe ricevuto tangenti in cambio di favori, tra cui la concessione di spazi nel porto di Genova alla società di servizi portuali dell’imprenditore Aldo Spinelli. Toti era stato arrestato all’inizio di maggio, insieme a Spinelli e Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale di Genova.

Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria, e ora?
Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione Liguria, e ora? – ANSA – Ilserenissimoveneto.it
I magistrati sostengono che Giovanni Toti abbia ricevuto finanziamenti per un totale di 74.100 euro tramite il suo comitato elettorale. Questi fondi sarebbero stati versati in tre tranche: 40mila euro nel dicembre 2021, 30mila nel 2022 e 4.100 nel 2023, in cambio di vari impegni.
Il più significativo di questi impegni riguarda il rinnovo trentennale della concessione del terminal Rinfuse, un’area del porto concessa alle aziende per gestire merci, a una società del gruppo Spinelli. Questa pratica era bloccata dall’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale.

Nell’indagine è coinvolto anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti. Secondo l’accusa, Cozzani avrebbe accettato un finanziamento da Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, per pagare spazi pubblicitari destinati alla campagna elettorale.
In cambio, Moncada avrebbe richiesto lo sblocco di pratiche per l’apertura di due punti vendita a Sestri Ponente e Savona, ferme presso gli uffici della Regione Liguria.
A inizio luglio, l’avvocato di Giovanni Toti, Stefano Savi, aveva richiesto al tribunale del Riesame di revocare gli arresti domiciliari o, in alternativa, di concedere l’obbligo di dimora nella sua casa di Ameglia, in provincia della Spezia, oppure il divieto di recarsi a Genova.
I giudici hanno respinto la richiesta, mantenendo gli arresti domiciliari, che prevedono il divieto di comunicare con chiunque tranne la moglie, i genitori e l’avvocato.
Successivamente, Toti ha iniziato a considerare più seriamente le dimissioni, anche perché, nelle ultime settimane, gli è stato permesso di incontrare alcuni alleati politici. Il suo mandato sarebbe dovuto terminare nell’autunno del 2025, tra più di un anno.

La decisione di Toti non è solo politica, ma legata alla sua vicenda giudiziaria. Grazie alle dimissioni, infatti, Toti ha maggiori possibilità di ottenere la revoca degli arresti domiciliari e in questo modo evitare il giudizio immediato. Il giudizio immediato può essere chiesto dalla procura o dall’imputato e sostanzialmente serve a evitare l’udienza preliminare, accorciando di conseguenza i tempi del processo.

Uno dei requisiti che la procura può far valere per chiedere il giudizio immediato è che la persona accusata sia agli arresti: per evitare un processo rapido, ora Toti deve chiedere e ottenere in tempi brevi la revoca dei domiciliari.

Le elezioni potrebbero tenersi in autunno quando andranno al voto anche l’Emilia-Romagna (il 17 e il 18 novembre) e l’Umbria, che non ha ancora annunciato le date.

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