E’ legge il decreto agricoltura, ecco che cosa prevede, dalla moratoria dei mutui alla lotta al caporalato
Scatta il semaforo verde della Camera al decreto Agricoltura: il provvedimento andava convertito in legge entro il 14 luglio. Tra il sostegno al credito delle aziende con la moratoria sui mutui, intervento sul carburante agricolo agevolato, misure per coprire danni alle coltivazioni e agli allevamenti, norme sugli impianti fotovoltaici, interventi per la lotta al caporalato e novità sulla Carta di Pagamento “Dedicata a te”. Ecco tutte le misure previste dal Dl Agricoltura.
Decreto Agricoltura: ecco che cosa prevede
Entra finalmente in funzione il Registro telematico per i cereali (Granaio Italia), che prevede per le aziende che comprano e vendono cereali italiani e stranieri l’obbligo di comunicare al Masaf il volume totale delle operazioni effettuate ogni tre mesi.
Inoltre viene mantenuta la tassazione fiscale agevolata per agricoltori che realizzano piccoli impianti fotovoltaici destinati al solo uso aziendale. Nel decreto ci sono anche norme per contrastare il caporalato: dalla istituzione di una banca dati sui contratti di appalto in agricoltura fino al potenziamento del personale ispettivo e alla nascita di un sistema informativo per la lotta al caporalato con tutte le amministrazioni pubbliche presenti.
Da ultimo, viene prorogato l’incarico del Commissario per la scarsità idrica con un piano di interventi urgenti e istituito il Dipartimento per le politiche del mare.
“Il Decreto Agricoltura è legge, il Governo è dalla parte di agricoltori e pescatori con fatti concreti. 500 milioni di euro per sostenere le filiere in difficoltà, affrontare le emergenze e garantire maggiori controlli, specialmente sulle importazioni, assicurando un giusto reddito ai nostri produttori”.
Così sul proprio profilo Facebook il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dopo che la Camera con il voto di fiducia ha approvato il decreto Agricoltura. “Finalmente, dopo anni, agricoltura e pesca tornano ad essere centrali in Italia”, conclude il ministro.
L’installazione di impianti fotovoltaici a terra in zone agricole, secondo i piani urbanistici vigenti, è ora limitata a specifiche aree. In particolare, è consentita solo nei siti dove sono già presenti impianti della stessa fonte, e solo per interventi di modifica, rifacimento, potenziamento o ricostruzione, a condizione che non aumentino l’area occupata.
Si possono installare impianti fotovoltaici a terra anche in cave e miniere dismesse, non recuperate o abbandonate, in condizioni di degrado ambientale, o in parti di cave e miniere non più sfruttabili. Questo include anche le cave già ripristinate e quelle con piani di coltivazione terminati ma non ancora ripristinate, così come le discariche chiuse o ripristinate.
L’installazione è permessa anche nei siti e impianti delle Ferrovie dello Stato, dei gestori di infrastrutture ferroviarie, delle società concessionarie autostradali e delle società di gestione aeroportuale all’interno degli aeroporti, comprese le isole minori.
Gli impianti possono essere collocati anche all’interno di impianti industriali e stabilimenti, così come nelle aree agricole entro 500 metri da tali strutture. Infine, sono consentiti nelle aree adiacenti alla rete autostradale entro 300 metri di distanza.
Tuttavia, questo limite non si applica se gli impianti sono destinati a costituire una Comunità energetica rinnovabile, o se fanno parte di progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al Pnrr (Pnc), o se sono necessari per raggiungere gli obiettivi del Pnrr.
Sul fronte dell’olivicoltura, per contrastare la Xylella il decreto Agricoltura stanzia 30 milioni di euro destinati ai reimpianti e alle riconversioni. Previsti anche 4 milioni per i coltivatori di kiwi colpiti dal fenomeno della moria del kiwi.
Per quanto riguarda la Psa, è previsto un rafforzamento degli interventi per contrastarne la diffusione attraverso il rafforzamento dei poteri e dei fondi a disposizione del Commissario straordinario.