Il trapper Shiva passerà sei anni e mezzo in carcere con l’accusa di tentato omicidio in seguito alla sparatoria di luglio 2023
Andrea Arrigoni, conosciuto dal pubblico con il nome d’arte Shiva ha ricevuto una condanna di sei anni e mezzo per la sparatoria avvenuta a luglio 2023. Il trapper si trovava fuori dal suo studio di incisione a Settimo Milanese quando è stato aggredito dai membri di una crew rivale.
Shiva sostiene di aver agito per legittima difesa ma le accuse di tentato omicidio sussistono, soprattutto a causa della detenzione abusiva dell’arma da fuoco che quel giorno Arrigoni aveva con sé e cha non ha esitato ad usare contro i due assalitori appartenenti al gruppo rivale.
In seguito alla sparatoria due giovani sono rimasti feriti alle gambe e l’arma da fuoco non è mai stata trovata. Il sospetto è che si sia trattato di una resa di conti finita male, voluta dal rivale di Shiva, il rapper Rondo Da Sosa, che tuttavia si dichiara estraneo ai fatti.
Gli avvocati di Shiva hanno a lungo cercato di avanzare l’ipotesi della legittima difesa, ma agli occhi del giudice il gesto rimane perseguibile come tentato omicidio.
Shiva, che già non ha potuto assistere alla nascita di suo figlio Draco, avvenuta lo scorso novembre, dovrà accettare il fatto che non potrà fare parte della vita del bambino per i successivi sei anni e mezzo e sconterà la sua pena al San Vittore. Al 24enne è stata riconosciuta l’attenuante del risarcimento del danno alle vittime ma l’assoluzione gli è stata negata.
Gli avvocati di Shiva presenteranno ricorso
I difensori del trapper, Daniele Barelli e Marco Campora, hanno intenzione di presentare ricorso continuando a sostenere l’ipotesi della legittima difesa:
“Abbiamo sempre sostenuto che non sussiste affatto il delitto di tentato omicidio – ha aggiunto il legale Campora – abbiamo dimostrato con una consulenza balistica che tutti i colpi sono stati sparati verso il basso. Impugneremo, consapevoli che giudici di grado superiore potranno avere una visione diversa e derubricare il reato”.
I colpi rivolti verso il basso sarebbero una prova che le intenzioni del trapper non erano quelle di uccidere i suoi assalitori, ma resta comunque aperto il quesito principale: perché Andrea era armato pur non possedendo un porto d’armi?
Gli avvocati sostengono anche che gli assalitori non fossero “persone comuni”, ma lottatori di MMA e che il trapper si sia ritrovato a non avere scelta:
“Shiva è un ragazzo coraggioso, forte e consapevole della propria innocenza. L’ha presa bene. Ha la sua vita, il suo lavoro e i suoi fan che gli stanno vicino. È contento che l’opinione pubblica abbia capito: lui è stato aggredito in maniera brutale con una spedizione paramilitare da due lottatori di MMA. Ha fiducia nella giustizia.”
Le dinamiche della sparatoria di luglio 2023
Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza del parcheggio dello studio di incisione, mostrano l’arrivo di due uomini incappucciati poco dopo le ore 20 al vicino 154 di via Cusago a Settimo Milanese.
Il raid però non è finito come previsto dai due assalitori che sono entrambi rimasti feriti da un colpo di proiettile. Uno dei due giovani è rimasto sul luogo per poi rifiutare il ricovero, mentre l’altro si è recato solo in ospedale mentendo sulle cause della ferita.
Non sappiamo se il ricorso degli avvocati di Shiva andrà a buon fine o meno, intanto il giovane resta indagato anche dalla Procura di Ascoli Piceno, per una rissa avvenuta il 30 agosto dell’anno scorso a San Benedetto del Tronto che lo avrebbe visto protagonista.