Sanità, buone notizie: ieri è stata approvata la proposta di legge che assegnerà dei medici di base su tutto il territorio per i senza fissa dimora. Ecco i dettagli
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. L’articolo 32 della nostra Costituzione sancisce questo in merito al diritto alla salute dei cittadini italiani. E finalmente, in questi giorni, sono arrivate buone notizie in questo senso. È stata approvata, infatti, una proposta di legge che permette di fare concreti passi avanti (anche se la strada da percorrere resta lunga) verso la realizzazione totale di questo diritto. Ecco cosa c’è da sapere a riguardo.
Medici di base per i senza fissa dimora: cosa dice la proposta di legge approvata dalla Camera
Attualmente, chi non ha una residenza anagrafica in Italia è escluso dall’accesso al Servizio sanitario nazionale. Questo significa che chi è malato può solamente rivolgersi al Pronto soccorso, anche se siamo consapevoli delle difficoltà che spesso caratterizzano i Pronto soccorso nel nostro Paese. Inoltre, dove possono trovare i farmaci gratuitamente i senza fissa dimora? Dove hanno la possibilità di sottoporsi a esami e visite di controllo? Le persone senza dimora, per vari motivi, hanno una sola risorsa: le Organizzazioni del Terzo Settore (ETS, come vengono ora chiamate le onlus) che offrono farmaci e visite gratuite nei loro ambulatori fissi o mobili.
Tuttavia, l’offerta di servizi è nettamente inferiore alla domanda. Pertanto, è di vitale importanza garantire il diritto alla salute a decine di migliaia di persone senza dimora, che in Italia sono oltre 96mila, di cui il 62% di nazionalità italiana.
Per fortuna, però, sembra che finalmente si stiano muovendo i primi passi fondamentali verso la realizzazione di una copertura sanitaria anche per le persone che non hanno una casa. Un’importante proposta di legge presentata dal Partito Democratico, firmata da Marco Furfaro, è stata, infatti, approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati. Questo provvedimento rappresenta un passo significativo nel colmare una lacuna che ha escluso migliaia di cittadini, tra i più vulnerabili e bisognosi della nostra comunità, dal diritto fondamentale alla salute.
Si tratta di una sperimentazione che si protrarrà per due anni, dal 2025 al 2026, coinvolgendo inizialmente 14 città metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Il budget allocato è di 2 milioni di euro, destinati a fornire assistenza a oltre il 60% delle persone senza fissa dimora presenti nel nostro Paese. Questo fatto rappresenta un passo in avanti significativo su un tema cruciale e finora troppo trascurato.
Le Asl si occuperanno di registrare le persone con l’aiuto delle associazioni. Secondo quanto spiegato dal Pd, questo approccio mira a includere più del 60% delle persone senza casa che attualmente non hanno accesso all’assistenza sanitaria sul territorio.
Nel frattempo, Emilia Romagna, Puglia, Abruzzo, Liguria e Marche hanno già adottato leggi regionali per garantire l’accesso al medico di base alle persone senza dimora (senza residenza). Nel 2022, il Piemonte ha istituito la figura del “tutor socio-sanitario” per assistere le persone senza dimora nel ricevere supporto socio-sanitario.
I traguardi della proposta di legge
“Questa legge non solo garantisce il pieno diritto alle cure a decine di migliaia di persone, ma finalmente riconosce loro che lo Stato non le ha abbandonate, e che è possibile uscire da una situazione di fragilità. Sono soddisfatto, perché oggi la politica dimostra di poter cambiare in meglio la vita delle persone”. Questo è quanto ha affermato il capogruppo democratico nella commissione Affari sociali della Camera e responsabile welfare del partito Marco Furfaro, primo firmatario della proposta di legge approvata all’unanimità dall’Aula della Camera, che estende il diritto all’assistenza sanitaria alle persone senza dimora, anche se non hanno residenza anagrafica in Italia o all’estero. Attualmente, chi non è registrato all’anagrafe comunale perde il diritto all’assistenza sanitaria, ad eccezione delle emergenze al pronto soccorso – come sottolineato da una nota del Pd -. In questo contesto si parla di padri di famiglia che si separano e si trovano a dormire in macchina, donne vittime di violenza che fuggono da casa e cercano rifugio da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono per strada senza una casa. Queste persone, per vari motivi, perdono la possibilità di avere una residenza propria e di conseguenza l’accesso ai servizi sanitari di base (come i Sert, i consultori o i centri di salute mentale). Con la legge Furfaro si colma questa grave lacuna che impedisce ai senza dimora di accedere alle cure necessarie.
La nuova normativa si conforma ai principi sanciti dagli articoli 3 (uguaglianza) e 32 (diritto alla salute) della Costituzione italiana, nonché alla legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale del 1978, che stabilisce il diritto all’assistenza sanitaria per tutti, senza discriminazioni di natura individuale o sociale.
“La recente approvazione della proposta di legge rappresenta un passo decisivo verso un sistema universalistico, pilastro del nostro Servizio Sanitario Nazionale, di cui siamo profondamente orgogliosi poiché risponde alla necessità di garantire l’assistenza sanitaria di base a coloro che sono più vulnerabili e invisibili. Questo includere senza vincoli di residenza anagrafica o regolarità di soggiorno, come richiesto nella nostra Carta civica della salute globale. Dimostra inoltre che l’inclusione può essere attuata con politiche pubbliche concrete che rendono effettivi i diritti, in particolare quello alla salute, ritenuto fondamentale dalla nostra Costituzione”, ha affermato Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva.
I dati sulle persone senza fissa dimora in Italia
Secondo i dati più recenti dell’ISTAT del 2022, risultano essere 96.197 le persone senza una casa e un’abitazione stabile registrate in anagrafe. La maggior parte di loro sono uomini, mentre il 38% è rappresentato da cittadini stranieri, con una significativa presenza dall’Africa. Queste persone sono distribuite in 2.198 comuni italiani, ma la metà di esse si concentra in soli sei comuni: Roma, che rappresenta il 23% delle iscrizioni anagrafiche, seguita da Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%).
“Grazie all’approvazione di questa nuova legge alla Camera, miriamo a garantire diritti e dignità a migliaia di individui che, a causa delle loro condizioni di vita precarie, spesso affrontano gravi problemi di salute fisica e mentale. Ora, auspichiamo una rapida e altrettanto unanime approvazione al Senato”, ha concluso Moccia.