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Just Stop Oil, quali sono gli obiettivi del gruppo eco-attivista che ha spruzzato vernice a Stonehenge?

Il movimento Just Stop Oil chiede al governo inglese di impegnarsi a porre fine a tutte le nuove licenze e autorizzazioni per l’esplorazione, lo sviluppo e la produzione di combustibili fossili nel Regno Unito

Alcuni attivisti di Just Stop Oil hanno spruzzato una sostanza arancione sul sito archeologico di Stonehenge, patrimonio dell’Unesco. Il blitz, immortalato da alcuni video e immagini diffusi dallo stesso movimento, è stato messo in atto per chiedere al governo britannico di impegnarsi a eliminare gradualmente i combustibili fossili entro il 2030. L’episodio ha portato a due arresti. Rishi Sunak, primo ministro del regno Unito ha scritto su X: “Just Stop Oil, siete una disgrazia. Atto vergognoso di vandalismo”.

Cos’è Just Stop Oil

Il nostro governo se ne frega delle sue responsabilità. Il paese è in rovina. Lo sai tu, lo so, loro lo sanno. Ciò significa che sta a noi unirci ed essere il cambiamento di cui abbiamo bisogno“, si legge sul sito del movimento.

Just Stop Oil è un gruppo di attivisti presente da diverso tempo sul territorio britannico che lotta contro la crisi climatica chiedendo al governo di attuare decisioni tempestive ed efficienti per contrastarla e “di interrompere la concessione di licenze per tutti i nuovi progetti di petrolio, gas e carbone“.

Just Stop Oil | EPA/ANDY RAIN – Ilserenissimoveneto.it

Il movimento è diventato famoso quando gli attivisti hanno chiuso le strade principali come la M25 e l’incrocio di Dartford nel novembre 2022. L’obiettivo è quello di garantire che il governo inglese si impegni a porre fine a tutte le nuove licenze e autorizzazioni per l’esplorazione, lo sviluppo e la produzione di combustibili fossili nel Regno Unito. Una delle azioni più clamorose è stata quella del 14 ottobre scorso, quando due attivisti sono entrati nella National Gallery di Londra per gettare zuppa di pomodoro sull’opera di Van Gogh Girasoli.

Abbiamo bisogno di un’azione coraggiosa e non ignorabile che affronti le élite dei combustibili fossili. Ci rifiutiamo di rispettare un sistema che sta uccidendo milioni di persone in tutto il mondo, ed è per questo che abbiamo dichiarato gli aeroporti luogo di resistenza civile non violenta. Non possiamo farcela da soli, abbiamo un piano per quest’estate, sei disposto a aiutarci a realizzarlo?”, si legge nel sito. Just Stop Oil è legato ad altri gruppi ambientalisti, tra cui Extinction Rebellion e Insulate Britain.

Come si legge nel sito, la maggior parte del denaro che serve al movimento ambientalista proviene dal Climate Emergency Fund, una rete statunitense che sostiene l’attivismo climatico dal 2019. Just Stop Oil afferma di ricevere donazioni anche dal pubblico e da altre organizzazioni impegnate nella tutela dell’ambiente.

I motivi del gesto e gli obiettivi di Just Stop Oil

Gli attivisti hanno deciso di colpire il sito di Stonehenge proprio il 19 giugno per richiamare l’attenzione dei tanti turisti che visitano l’attrazione il giorno del solstizio d’estate. Il gruppo ha spiegato che alla base del loro gesto c’è la richiesta al governo entrante di firmare un trattato per eliminare gradualmente i combustibili fossili entro il 2030.

Quando ci riuniamo, possiamo iniziare ad affrontare la sfida della nostra vita. Esercitando una pressione non violenta. È così che vinceremo e costringeremo questo governo criminale ad agire di fronte al disastro climatico in corso, bloccando la produzione di petrolio e gas“, continua la nota.

Just Stop Oil chiede che il Regno Unito smetta di approvare nuovi progetti che minacciano l’ambiente. “Ci stanno mentendo. Tutto ciò che conosciamo e amiamo è minacciato dal crollo del nostro clima. La nostra economia, le nostre case, il nostro modo di vivere. Tu, io, scienziati, stampa, politici, educatori… tutti dobbiamo affrontare la realtà di ciò che ci viene fatto. Ognuno di noi in questo si sente solo. Ecco come funziona la resistenza civile: esercitando una pressione non violenta finché non forziamo il cambiamento. È così che i Freedom Riders hanno imposto la fine alla segregazione degli autobus nel 1961. È così che i disabili hanno ottenuto il trasporto accessibile negli anni Novanta. Così che vinceremo e costringeremo questo governo criminale ad agire di fronte al disastro climatico in corso, bloccando la produzione di petrolio e gas. Nessuno ci salverà, dobbiamo unirci per farlo da soli”, scrivono gli attivisti.

Comprendiamo e sosteniamo assolutamente il diritto fondamentale di protestare all’interno di una società democratica, ma ciò che dobbiamo fare è bilanciare questo diritto con i diritti di tutti gli altri che utilizzano questa città”, sottolineano gli ambientalisti.

Giuliana Presti

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