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In Danimarca sono finite le compresse di iodio: perché in tanti sono corsi a comprarle?

In Danimarca cresce la paura per le radiazioni nucleari e le autorità aggiornano il piano per le emergenze. Intanto sono terminate le pasticche allo iodio nel Paese

L’Agenzia nazionale danese per la gestione delle emergenze ha diffuso una serie di linee guida su come difendersi da un’eventuale emergenza nucleare. I cittadini hanno interpretato questa iniziativa (in un Paese dove la trasparenza istituzionale è un principio fondamentale) come un segnale che il rischio nucleare potrebbe essere aumentato improvvisamente, innescando una corsa alle compresse di iodio. Kresten Breddam, capo dell’unità di radioprotezione presso l’Autorità sanitaria danese, inoltre, ha spiegato a “DR”, la radiotelevisione pubblica, che l’efficacia di questo tipo di pastiglie sulla salute umana diminuisce significativamente dopo i 40 anni di età. Ma vediamo il punto della situazione.

Danimarca, cresce la paura per il nucleare: sono terminate le scorse di compresse di iodio nel Paese

Le scorte di pastiglie di ioduro di potassio sono esaurite in Danimarca. Dopo che le autorità hanno aggiunto il rischio nucleare al piano di emergenza, come già avvenuto in altri paesi come la Francia, i cittadini danesi hanno affrettato a procurarsi le compresse a base di iodio. Queste pastiglie sono note per ridurre gli effetti dannosi sulla tiroide, uno degli organi più vulnerabili a tumori e malformazioni dopo l’esposizione a elevate dosi di radiazioni.

La raccomandazione principale in caso di incidente è di rimanere in casa”, hanno annunciato le autorità danesi. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) suggerisce di non assumere compresse di iodio per le persone oltre i 40 anni, poiché “non è stata riscontrata alcuna connessione tra l’esposizione allo iodio radioattivo e il cancro alla tiroide in questa fascia d’età”. Per i più giovani, invece, si consiglia di portare sempre con sé le compresse, in modo da poterne assumere una immediatamente all’arrivo dell’allarme dalle autorità.

Centrali nucleari | Pixabay @WangAnQi – IlSerenissimoVeneto

Ma quali sono i motivi dietro a tutto questo allarmismo?

La Danimarca, con quasi sei milioni di abitanti e al nono posto tra i Paesi più ricchi del mondo, non produce energia nucleare. Tuttavia, Finlandia, Svezia e Francia, tutte Nazioni molto vicine ai suoi confini, hanno centrali nucleari, il cui incidente potrebbe avere effetti sul territorio danese. Breddam ha sottolineato anche i rischi nel Baltico e nel Mare del Nord: “Di tanto in tanto, nelle nostre acque navigano rompighiaccio russi, alimentati da reattori nucleari. In caso di guasto, sostanze radioattive potrebbero essere rilasciate nell’ambiente”. La Russia, infatti, è l’unico Paese al mondo che opera rompighiaccio alimentati da energia nucleare e ne ha diversi in costruzione. È anche l’unico Paese a mantenere ancora in servizio una nave cargo con un reattore nucleare, la “Sevmorput”. Stati Uniti, Giappone e Germania, che in passato hanno sperimentato navi di questo tipo, le hanno tutte dismesse o riconvertite con motori diesel, decisamente più sicure e, in generale, meno pericolose in caso di problemi.

Le autorità danesi, comunque, non hanno esplicitato un aumento del rischio, ma dato l’aggiornamento delle loro direttive, è stato opportuno considerare diverse possibilità, come ha spiegato Beddam in un’intervista televisiva. Subito dopo la pubblicazione di queste linee guida, molti cittadini danesi hanno iniziato a procurarsi farmaci e beni essenziali per eventuali emergenze, causando un rapido esaurimento delle compresse di iodio in molte città. Questo perché è necessario un tipo specifico di iodio, reperibile solo in farmacia: “Gli integratori disponibili nei supermercati e nelle erboristerie, per esempio, non contengono sufficiente iodio”, ha aggiunto Beddam.

Ma cosa sono e come funzionano esattamente le compresse di iodio?

Le compresse di ioduro di potassio (KI) sono considerate una “contromisura” preventiva in caso di esposizione a radiazioni nucleari e sono utilizzate per proteggere la tiroidedagli effetti dello iodio radioattivo. Fino ad ora, sono state impiegate in risposta a incidenti che hanno coinvolto centrali nucleari, come le esplosioni a Chernobyl nel 1986 e a Fukushima nel 2011.

La minaccia di attacchi nucleari da parte della Russia nel 2022 e la preoccupazione per la radioattività a seguito degli incidenti nelle centrali nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia hanno scatenato una corsa nelle farmacie di alcuni Paesi europei per acquistare questo medicinale. Ma che cosa sono esattamente le compresse di iodio anti-radiazioni, come funzionano e soprattutto quando sono necessarie veramente?

Le compresse di ioduro di potassio (KI) sono un composto di iodio stabile (non radioattivo) che aiuta a bloccare l’assorbimento di iodio radioattivo dalla tiroide.

In Italia, queste pillole non sono disponibili nelle farmacie: verranno distribuite solo in caso di necessità, come in seguito a un incidente nucleare, tramite Protezione Civile, Ministeri competenti e il Servizio Sanitario Nazionale, che forniranno le compresse di ioduro nelle dosi adeguate in base all’età.

Si tratta di una profilassi specifica contro le radiazioni, che prevede l’assunzione di compresse contenenti una dose di iodio circa mille volte superiore a quella giornaliera raccomandata nell’alimentazione o negli integratori. Tuttavia, l’implementazione di una profilassi a tali livelli è fortemente sconsigliata e potenzialmente dannosa per la salute, se basata esclusivamente sulla paura di un eventuale attacco o incidente nucleare.

Come funzionano esattamente?

In linea generale, lo iodio è un micronutriente essenziale per la funzione della tiroide, presente nei suoi ormoni che influenzano diverse funzioni metaboliche, inclusi il metabolismo dei carboidrati, grassi e proteine, nonché i processi di crescita degli organi e dei tessuti. Senza un adeguato apporto di iodio, la tiroide non può operare correttamente.

Compresse di iodio | Pixabay @hidesy – IlSerenissimoVeneto

Purtroppo, la tiroide non distingue tra iodio stabile e iodio radioattivo, e in caso di un incidente nucleare, tende ad accumulare lo iodio radioattivo, aumentando il rischio di sviluppare tumori tiroidei.

Lo iodio radioattivo rilasciato nell’ambiente dopo un evento nucleare si concentra nella tiroide. L’assunzione di compresse di ioduro di potassio serve a satureggiare la tiroide con iodio non radioattivo. In altre parole, se la tiroide è già piena di iodio grazie alle compresse preventive, non assorbirà lo iodio radioattivo per un periodo di 24-48 ore, facilitandone l’espulsione o il decadimento, un processo noto come “blocco” tiroideo.

Come assumere le compresse

Se necessario, l’assunzione delle compresse di ioduro di potassio deve avvenire immediatamente all’inizio dell’esposizione alla nube tossica contenente iodio radioattivo.

Le compresse di ioduro di potassio sono consigliate:

– Solo in caso di esplosioni in impianti nucleari molto vicini (circa entro 50-100 chilometri);

– Devono essere prese quotidianamente, prima o subito dopo l’arrivo della nube tossica: una singola dose protegge la tiroide per 24 ore;

– L’assunzione è limitata nel tempo, ovvero fino a quando persiste la minaccia della nube tossica: in alcuni scenari, l’esposizione allo iodio radioattivo può protrarsi per più di 24 ore. In tale situazione, le autorità sanitarie o gestionali dell’emergenza possono raccomandare l’assunzione di una dose di ioduro di potassio ogni 24 ore per alcuni giorni.

Federico Liberi

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