“L’Occidente sta alimentando istericamente il suo pubblico con affermazioni sulla presunta imminente aggressione della Russia contro i paesi occidentali”
La Russia accusa l’amministrazione di Biden di voler “far sanguinare l’Europa per restare al potere“, lo ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. “I paesi dell’Unione Europea si rendono conto che Washington li sta coinvolgendo in uno scontro diretto con la Russia sotto la bandiera della Nato?“, si legge nel suo messaggio.
“L’amministrazione Biden deve far sanguinare l’Europa ancora più forte per evitare il collasso del proprio governo”
Zakharova ha commentato i piani del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg di rendere obbligatorie le forniture di armi a Kiev per tutti i membri della NATO, a riportarlo è la Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa. “L’Occidente sta alimentando istericamente il suo pubblico con affermazioni sulla presunta imminente aggressione della Russia contro i paesi occidentali, e questo significa solo una cosa: l’amministrazione Biden deve far sanguinare l’Europa ancora più forte per evitare il collasso del proprio governo e dell’economia statunitense“, ha scritto la portavoce del ministero degli Esteri.
Stoltenberg aveva affermato che le forniture di armi saranno coordinate dal generale dell’esercito americano Christopher Cavoli, comandante del Comando europeo degli Stati Uniti e Comandante supremo alleato in Europa.
Le parole del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia, ha fatto sapere tramite canale Telegram di voler trasformare la vita in Occidente in un “completo incubo“. “Ogni giorno dobbiamo cercare di causare il massimo danno a quei Paesi che hanno imposto queste restrizioni contro il nostro Paese e tutti i nostri cittadini. Dobbiamo causare danni ovunque, paralizzare il lavoro delle loro aziende e degli enti governativi. Causare problemi nelle loro tecnologie più importanti e colpirli senza pietà, distruggendo letteralmente la loro energia, industria, trasporti, banche e servizi sociali“, ha scritto Medvedev.
Intanto in un nuovo dossier presentato alla Corte penale internazionale dagli avvocati di Global Rights Compliance si legge che la Russia si è impegnata in un “modello deliberato” di tattiche di fame durante l’assedio di 85 giorni della città ucraina di Mariupol all’inizio del 2022. “Mosca ha sottoposto Mariupol alla fame. Questo equivale a un crimine di guerra”. “La Russia e i suoi leader intendevano uccidere e danneggiare un gran numero di civili, lasciandoli senza acqua, gas o elettricità mentre le temperature scendevano sotto i meno 10°C”, continua la nota.
Catriona Murdoch, partner di Global Rights Compliance, ha spiegato: “Quello che abbiamo potuto vedere è che ci sono state quattro fasi nell’attacco russo, a partire dai raid alle infrastrutture civili, con l’interruzione della fornitura di elettricità, riscaldamento e acqua. Poi le evacuazioni umanitarie sono state negate e persino attaccate, mentre è stato impedito il passaggio degli aiuti“, ha aggiunto la Murdoch. “Nella terza fase sono state prese di mira le rimanenti infrastrutture critiche, i civili sono stati terrorizzati con aiuti e i punti d’acqua bombardati. Infine, nella fase quattro, la Russia si è impegnata in attacchi strategici per distruggere o occupare le restanti infrastrutture”, ha concluso.