Non solo i grandi esclusi Calenda e Renzi, sono tanti gli esclusi eccellenti dalla tornata elettorale, scopriamo quali
Tra questi chi non è riuscito a superare la soglia del 4% alle elezioni europee spiccano nomi noti di Carlo Calenda con il suo partito Azione, Matteo Renzi con Stati Uniti d’Europa, e Stefano Bandecchi con Alternativa Popolare. Analizziamo nel dettaglio il loro percorso e i risultati che hanno ottenuto.
Calenda e Azione
Carlo Calenda, leader di Azione, non è riuscito a portare il suo partito al Parlamento Europeo. Azione si è fermata sotto la soglia del 4%, un risultato deludente che ha lasciato Calenda a riflettere sulle scelte fatte durante la campagna elettorale. In una conferenza stampa, Calenda ha espresso il suo rammarico per la mancata unione duratura del Terzo Polo, un progetto politico che, secondo lui, avrebbe potuto portare a risultati migliori se non fosse stato smontato troppo presto.
“Dal Terzo Polo in poi, tutto ciò che ho fatto è cercare di avere un progetto politico,” ha dichiarato Calenda. “Il problema è che Bonino fa partiti con nessuno e Renzi li fa per sfasciarli.” Ha aggiunto, “Io ho detto a Emma, quando abbiamo iniziato questo percorso, che il suo elettorato era incompatibile con quello di Renzi e infatti hanno lasciato a terra il 40% dei voti.” Nonostante la delusione, ha riconosciuto le sue responsabilità : “Non sono abituato ad attribuire ad altri gli insuccessi, non rimprovero a Bonino la scelta che ha fatto. L’ha fatta lei, amen.”
Renzi e Stati Uniti d’Europa
Matteo Renzi, insieme a Emma Bonino, ha guidato la lista Stati Uniti d’Europa, un progetto ambizioso che non è riuscito a ottenere il numero sufficiente di voti per entrare nel Parlamento Europeo. La lista ha ottenuto poco meno del 4%, mancando di poco l’obiettivo. Renzi, in un post su Instagram, ha espresso la sua gratitudine verso i volontari e gli elettori, lodando il loro impegno e la loro dedizione.
“Purtroppo la lista Stati Uniti d’Europa è rimasta fuori per pochissimo dal Parlamento Europeo,” ha scritto Renzi. “Mi spiace molto e vorrei abbracciare i volontari che si sono spesi per questa idea: siete stati meravigliosi. La gratuità del vostro servizio allarga il cuore.” Ha proseguito esprimendo la sua gratitudine: “Vorrei abbracciare uno a uno le migliaia di persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda: sono davvero onorato di rappresentare comunque la speranza di tante persone anche se avrei preferito qualche voto in più alla lista. Sono grato a Emma Bonino e a tutti i dirigenti politici che ci hanno creduto. Ma la politica è una grande scuola di vita anche quando non si vince.”
Sul risultato italiano, Renzi ha sottolineato: “Pesa l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero. Che follia. Ma i cittadini hanno scelto e i cittadini hanno sempre ragione: auguro agli eletti di onorare l’impegno a Strasburgo facendo loro i complimenti più sinceri. Noi, dal Parlamento italiano e dai nostri ruoli di responsabilità , continueremo a fare la nostra parte col sorriso di chi sa che è meglio rischiare e perdere un’elezione che vivacchiare e perdere una sfida. Siamo fatti così – noi uomini nell’arena, avrebbe detto Roosevelt – e non cambieremo mai, per nulla al mondo. Viva gli Stati Uniti d’Europa! Buona notte, cari amici.”
Bandecchi e Alternativa Popolare
Stefano Bandecchi, con la sua Alternativa Popolare, ha visto un risultato inferiore all’1%, con solo 89.408 preferenze complessive, pari allo 0,39% dei votanti. Questo risultato ha impedito alla lista di ottenere seggi nel nuovo Parlamento Europeo. Bandecchi ha commentato i risultati, evidenziando come il progetto politico fosse ancora giovane e necessitasse di tempo per crescere.
“Sono i numeri che mi aspettavo; da formazione politica giovane dovevamo piantare un seme nell’ambito di una competizione nazionale, abbiamo siglato la partenza e ora andiamo avanti,” ha dichiarato il leader di Alternativa Popolare. Bandecchi aveva riposto grandi speranze nella campagna elettorale, puntando su un consenso forte nella sua città , Terni, e nella provincia umbra. Tuttavia, i risultati non sono stati sufficienti a livello nazionale.
In termini di preferenze, i risultati di Alternativa Popolare alle Elezioni Europee 2024 vedono Bandecchi prendere quasi 6.900 voti nella Circoscrizione Italia Centro, mentre sono quasi 3.000 nel Nord, davanti ai 484 del presidente di AP Paolo Alli. 1.867 i voti del sindaco di Terni nell’area Nord-Est, mentre nel Sud e alle isole i risultati dicono rispettivamente 3.088 e 1.004 per il capolista di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi. Troppe poche, insomma, le preferenze per superare la soglia di sbarramento e conquistare seggi eletti nel prossimo Europarlamento.
Gli esclusi eccellenti, da Mussolini a Sgarbi
Oltre a Calenda, Renzi e Bandecchi, anche altri politici di spicco non sono riusciti a conquistare un seggio nel Parlamento Europeo. Tra questi, alcuni nomi noti della Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e altri partiti hanno subito sconfitte significative. Nella Lega, nel nord-ovest, Marco Reguzzoni e Roberto Cota, nonostante il sostegno di figure influenti come Umberto Bossi, non sono riusciti a ottenere abbastanza voti. Anche Gianna Gancia, moglie di Roberto Calderoli, è rimasta fuori, classificandosi solo al decimo posto. Nella circoscrizione centro, Claudio Borghi, salito agli onori della cronaca soprattutto nelle ultime settimane, è stato escluso, così come Cinzia Bonfrisco. Nel PD, Marco Tarquinio e Alessia Morani non sono riusciti a ottenere un seggio. Anche Jasmine Cristallo, ex sardina, e Emanuele Fiano hanno subito sconfitte nelle rispettive circoscrizioni.
In Fratelli d’Italia, Francesco Carducci e Vincenzo Sofo non sono riusciti a mantenere i loro seggi. Sofo, marito di Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen, ha subito una sconfitta significativa nel nord-ovest. Anche Vittorio Sgarbi, decimo nella lista FDI nella circoscrizione sud con 22.729 preferenze, non sarà parlamentare europeo. Per Forza Italia, Alessandra Mussolini si presentava in due circoscrizioni, ma non ha ottenuto i voti necessari. Nella circoscrizione centrale è arrivata ottava con meno di 6.000 preferenze, mentre nella circoscrizione sud si è classificata al sedicesimo posto con poco più di 7.000 preferenze. Anche l’ex presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, non è riuscita a entrare a Strasburgo, nonostante le sue oltre 8.000 preferenze al centro, poiché non le basterà la rinuncia di Antonio Tajani per ottenere il seggio. Inoltre, rischia di non farcela fra gli azzurri anche Caterina Chinnici, finita solo terza nelle isole pur prendendo 93.263 preferenze.