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Cosa cambia con il decreto autovelox?

In questo articolo vedremo tutto quello che c’è da sapere a proposito del decreto autovelox e delle novità da esso introdotte

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale delle Infrastrutture e dell’Interno che regola le modalità di installazione e utilizzo degli autovelox. Il provvedimento, come spiegato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “mette al primo posto la tutela della sicurezza stradale, stabilendo regole chiare sul posizionamento dei dispositivi e sulle sanzioni“. Ma vediamo quali sono i punti più importanti del decreto autovelox.

Tutto ciò che c’è da sapere a proposito del decreto autovelox

Come detto in apertura di articolo, questa mattina è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Autovelox, presentato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini durante il question time alla Camera la scorsa settimana. L’obiettivo del provvedimento, in vigore dall’inizio di giugno, è esplicito: regolare rigorosamente l’uso e la collocazione degli autovelox.

Ma quali saranno le novità?

Tra i punti principali, innanzitutto, dobbiamo dire che, secondo il ministro Salvini, i rilevatori di velocità saranno installati esclusivamente per prevenire incidenti, evitando di fare cassa a spese degli automobilisti; gli autovelox dovranno essere segnalati con anticipo (1.000 metri sulle strade extraurbane, 200 metri sulle strade urbane a scorrimento e 75 metri sulle altre strade); non saranno installati radar in città con limiti di velocità inferiori a 50 chilometri orari. “Dalle parole ai fatti: vince il buonsenso!“, ha sottolineato Salvini.

Matteo Salvini | ANSA/CLAUDIO PERI – IlSerenissimoVeneto

Fra le principali novità c’è anche la collocazione degli autovelox, che deve rispondere a effettive necessità di controllo e non a penalizzare ingiustamente gli automobilisti. La scelta dei tratti stradali dove posizionare i dispositivi sarà determinata con provvedimento del prefetto e basata su un elevato livello di incidentalità o sull’impossibilità o difficoltà di effettuare contestazioni immediate a causa delle condizioni strutturali. Inoltre, per la prima volta, viene stabilita una distanza minima tra un dispositivo e l’altro (progressiva in base al tipo di strada) per evitare una proliferazione indiscriminata.

Fuori dai centri abitati, il segnale che impone il limite di velocità deve essere posizionato almeno un chilometro prima del dispositivo, e la velocità massima stabilita non deve essere inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quella massima generalizzata, “salvo specifiche e motivate deroghe“. Ad esempio, sulle strade extraurbane principali, dove il limite è di 110 km/h, “il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite di velocità è fissato ad almeno 90 km/h, ma non per limiti inferiori“.

Non si potranno utilizzare autovelox dove il limite di velocità è eccessivamente ridotto: inferiore a 50 km/h nelle strade urbane; per le extraurbane solo nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di 20 km/h rispetto a quello previsto dal codice per quel tipo di strada (se il limite è di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h ma non per limiti inferiori). Infine, il decreto stabilisce che l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo se è possibile effettuare la contestazione immediata; altrimenti, devono essere utilizzate postazioni fisse o mobili, debitamente visibili.

Per quanto riguarda gli autovelox mobili senza contestazione immediata, potranno essere installati, e chiaramente identificabili, solo nei luoghi dove non è possibile collocare dispositivi fissi o mobili.

Federico Liberi

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