Se i rumori del vicino sono molesti si può ricorrere alla legge: tutto quello che c’è da sapere prima di chiamare l’avvocato.
Il fatto che i vicini di casa possano disturbare con rumori molesti può capitare molto spesso. Ecco perché anche il Codice Civile prende in considerazione questa fattispecie e prevede un concetto tanto generico quanto fondamentale: la “normale tollerabilità” del rumore.
Si dà infatti per scontato che le attività che si praticano in ogni casa, nelle varie ore del giorno, possano provocare rumori e quindi fastidi ai vicini. Ovviamente la determinazione di “quanto fastidio” diano determinate attività rumorose dipende da una lunga serie di variabili. Una delle variabili principali è il contesto abitativo in cui si trova la casa.
In genere, infatti, più il contesto circostante è isolato e silenzioso, più fastidiosi risultano i rumori dei vicini perché interrompono una quiete quasi perfetta. Un secondo fattore da tenere in considerazione è la durata del rumore potenzialmente molesto. Un rumore infatti dev’essere ripetuto e prolungato per poter essere considerato davvero molesto: rumori molto forti ma di breve durata non possono in alcun modo essere considerati passibili di denuncia o di proteste.
Il regolamento condominiale prevede una lunga serie di norme, spesso molto dettagliate, che determinano i limiti delle attività che i condomini hanno il diritto di svolgere normalmente nelle proprie abitazioni. Tra queste norme c’è anche l’indicazione dell’orario in cui osservare un periodo di quiete allo scopo di permettere il riposo degli altri condomini.
La quiete va rispettata a partire dalle 19.00 fino alle 8.30 del mattino successivo. Inoltre si deve rispettare il silenzio tra le 13.30 e le 15.00 per consentire un pranzo tranquillo. Al di fuori di questi orari è consentito dedicarsi ad attività particolarmente rumorose per brevi periodi di tempo e in maniera episodica.
Se il vicino invece fa rumore in maniera continuata, peggiorando sensibilmente la qualità della vita degli altri condomini, allora il suo comportamento potrà essere segnalato all’amministratore di condominio. Sarà l’amministratore a dire al condomino di rispettare gli orari di silenzio e soprattutto di evitare comportamenti fastidiosi per gli altri residenti.
Qualora l’invito dell’amministratore cadesse nel vuoto e il vicino continuasse a fare rumore, allora si avrà il diritto a procedere per vie legali per disturbo alla quiete pubblica. In questo caso si dovrà avviare una causa civile della quale si dovranno anticipare le spese e che permetterà eventualmente di ottenere un risarcimento in denaro da parte del vicino rumoroso.
Il risarcimento sarà imposto solo se il rumore provocato dal vicino avrà impedito il riposo e avrà quindi avuto effetti deleteri sulla salute del condomino che ha intentato la causa. Il procedimento legale dovrà essere avviato entro 3 mesi dall’ultima segnalazione all’amministratore di condominio, altrimenti l’eventuale reato andrà in prescrizione.
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