La segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni: “Migliorare la legge 194 significa prima di tutto rimuovere tutti quegli ostacoli che oggi ancora troppe donne si trovano ad affrontare”
Da un’indagine effettuata da SWG per l’Associazione Luca Coscioni a 46 anni dalla Legge 194 emerge che 3 italiani su 4 sono favorevoli all’aborto. Il 90% degli intervistati ritiene che la legge attualmente in vigore sia da migliorare e il 55% considera importante garantire l’accesso alla interruzione volontaria di gravidanza (IVG) farmacologica, permettendo l’autosomministrazione del secondo farmaco, il misoprostolo, a domicilio evitando il ricovero.
I risultati del sondaggio
Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e avvocata, ha dichiarato: “I risultati del sondaggio rivelano che non solo la maggior parte degli italiani si conferma a favore della possibilità di abortire, ma anche che c’è una crescente consapevolezza da parte dell’opinione pubblica sulla esigenza di migliorare la legge 194, che in questi giorni compie 46 anni”.
“Migliorare la legge 194 significa prima di tutto rimuovere tutti quegli ostacoli che oggi ancora troppe donne si trovano ad affrontare. L’aborto farmacologico, per esempio, rappresenta ancora un’incertezza e sappiamo che in molte regioni è ancora effettuato in day hospital o addirittura in regime di ricovero – ha aggiunto – Chiediamo dunque al Ministro della Salute Orazio Schillaci e a tutte Regioni un intervento urgente per garantire la piena accessibilità della procedura farmacologica dell’interruzione volontaria di gravidanza per tutte le donne, indipendentemente dalla loro Regione di residenza, e l’appropriatezza delle procedure sanitarie per l’IVG“.
La legge 194 veniva approvata 46 anni fa e oggi sembrerebbe in pericolo a causa delle minacce della destra. Sono trascorsi ormai 15 anni dall’introduzione della procedura farmacologica, evidenziano dall’associazione, e “l’effettiva possibilità di accedervi è ancora negata o incerta per molte donne“, si legge in una nota.
“Chi vuole cambiare la 194 è la sinistra, non noi”, aveva detto la Meloni
La presidente del Consiglio aveva risposto, circa un mese fa, a chi la accusava di voler cambiare la 194: “L’emendamento al decreto Pnrr ricalca esattamente il testo della legge 194: la legge 194 lo prevede. Sa cosa penso io? Che in realtà quelli che vogliono modificare la legge 194 siano a sinistra. Perché noi non abbiamo mai chiesto di modificarla, ma quando chiedi la piena applicazione della legge 194, ci si straccia le vesti“. “Anche questa è una fake news, che poi rimbalza all’estero e tutti a darci lezioni. L’emendamento al decreto Pnrr“, sui movimenti pro-vita nei consultori, “ricalca esattamente il testo della legge 194: la legge 194 lo prevede. Sa cosa penso io? Che in realtà quelli che vogliono modificare la legge 194 siano a sinistra. Perché noi non abbiamo mai chiesto di modificarla, ma quando chiedi la piena applicazione della legge 194, che è di estremo equilibrio e ben fatta anche sulla prevenzione, ci si straccia le vesti”.
“Allora si dicano le cose come stanno: si vuole modificare la legge 194? Non sono io a volerlo fare. Lo vogliono fare gli altri? Lo dicano e se ne assumano la responsabilità. Quello che si sta facendo adesso è ribadire quanto scritto nella legge 194” ovvero “garantire una scelta libera“, per farlo “si devono avere tutte le informazioni del caso ed è quello che la 194 prevede“, aveva detto la premier.