La Regione Veneto mette in vendita Palazzo Balbi, sede della giunta

La Commissione Affari istituzionali e bilancio dell’Assemblea legislativa veneta annuncia la vendita di Palazzo Balbi, lo splendido palazzo sul Canal Grande attuale sede della giunta veneta. Assieme ad esso, altri 122 immobili. Ma “Il tempio è sacro perché non è in vendita” ebbe a scrivere un tempo qualcuno che amò infinitamente Venezia

Suscita scalpore la notizia che tra gli immobili “non essenziali all’attività istituzionale” che la Regione Veneto vuole mettere in vendita, ci sia anche Palazzo Balbi. Ovvero l’attuale sede della Giunta. La notizia è trapelata durante i lavori della Commissione Affari istituzionali e bilancio dell’Assemblea legislativa veneta. L’organo ha già infatti reso esecutivo il provvedimento.

Il cantiere per la sua realizzazione rimase aperto solo otto anni, dal 1582 al 1590, forse a causa dell’urgenza del proprietario di trovare una nuova sistemazione

Lo splendido Palazzo Balbi si affaccia sul Canal Grande. E’ un edificio della seconda metà del Cinquecento, edificato su progetto di Alessandro Vittoria per essere la dimora della famiglia Balbi, compresi nel patriziato. Il committente si chiamava Nicolò Balbi. Il cantiere per la sua realizzazione rimase aperto solo otto anni, dal 1582 al 1590, forse a causa dell’urgenza del proprietario di trovare una nuova sistemazione. Nel 1971 il palazzo diviene proprietà della Regione Veneto che ne fa una delle sue sedi più prestigiose, dove abita il presidente della regione. Nel 1973 è stato sottoposto a un nuovo intervento conservativo.

Le vendite, sottolineò Zaia in quell’occasione, assicureranno “un introito importante di risorse da impiegare in quello che interessa veramente ai cittadini”

In realtà il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia non ha mai fatto mistero del voler vendere Palazzo Balbi. Anzi, lo aveva addirittura promesso in campagna elettorale. “Si tratta di un progetto per tagliare le spese riducendo le proprietà della Regione” aveva dichiarato Zaia lo scorso gennaio. Quando era stata attivata la procedura per la vendita di palazzi utilizzati per scopi di rappresentanza ma ritenuti “non essenziali”. Le vendite, sottolineò Zaia in quell’occasione, assicureranno “un introito importante di risorse da impiegare in quello che interessa veramente ai cittadini”.

Colpisce che quelli che oggi sono beni pubblici, finiranno per sempre in mano a privati. Forse qualcosa, tipo magari Palazzo Balbi, lo si poteva conservare

Il provvedimento ricade in un ben più ampio progetto di alienazione di ben 122 beni immobiliari tra terreni, case cantoniere, caselli ferroviari. L’incasso previsto dovrebbe attestarsi attorno ai 93 milioni di euro. Tra le altre opere celebri messe all’asta, anche le Terme di Recoaro e Palazzo Gussoni a Venezia, sede del Tribunale amministrativo regionale. Certo, che i tempi siano quelli che siano, è chiaro a tutti. Ma colpisce che quelli che oggi sono beni pubblici, finiranno per sempre in mano a privati. Forse qualcosa, tipo magari Palazzo Balbi, lo si poteva conservare. “Il tempio è sacro perché non è in vendita”, ebbe a scrivere un tempo qualcuno che amò infinitamente Venezia.

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